Aggressioni in corsia, 200 fischietti per proteggere i sanitari a Venezia

22 Mag 2018 14:33 - di Redazione

Fermare le aggressioni in corsia. Si va dalle aggressioni verbali alle spinte, dagli schiaffi ai pugni, e ad avere la peggio è sempre il personale medico e sanitario: 23 i casi registrati nel 2016, aumentati a 45 nel 2017. Un trend che si rispecchia purtroppo anche in ambito nazionale quello registrato dall’Ulss4 ”Veneto orientale”, la quale oggi presenta un progetto sperimentale volto a gestire proprio gli episodi di violenza e a proteggere i propri professionisti sposti a questo rischio. La novità consiste nella fornitura di 200 fischietti per un periodo sperimentale di sei mesi, al personale dei Pronto Soccorso di San Donà di Piave, Portogruaro e Jesolo; della Psichiatria, del Servizio per le Dipendenze, Centro di Salute Mentale e del Consultorio Familiare di San Donà di Piave e di Portogruaro. Oltre al fischietto, il personale riceverà anche le relative istruzioni sulle modalità di impiego che saranno differenti in relazione al contesto di utilizzo. “Premesso che la violenza non è mai in nessun modo giustificata e tollerata – spiega il direttore generale Carlo Bramezza – l’Azienda sanitaria è il datore di lavoro e come tale deve essere responsabile della sicurezza del proprio personale, pertanto stiamo prendendo in carico questa realtà e predisponendo varie iniziative. Il fischietto verrà utilizzato dall’operatore in caso di pericolo per richiamare l’attenzione dei colleghi o di altre persone che possono così accorrere in aiuto, allo stesso tempo può favorire nell’aggressore la consapevolezza di essere in una situazione limite e che la ”vittima” non è sola”.

In ambienti maggiormente critici il fischietto potrà anche essere appeso al collo mediante un ”laccetto” personalizzato e fornito di sgancio rapido di sicurezza per rendendone più facile l’utilizzo da parte dell’operatore. “Le aggressioni aumentano e rispetto al passato il personale è molto più attento nel segnalare i vari casi – ha aggiunto la dottoressa Carolina Prevaldi che ha coordinato il progetto per la sicurezza del personale -. Il tutto s’inserisce nel quadro del rischio clinico perché l’operatore offeso verbalmente o fisicamente diventa un pericolo per tutti gli altri pazienti, che curerà in condizioni psicofisiche non più di serenità”. Già nel 2016 l’Ulss4 si è attivata sul fronte sicurezza del personale, recependo la raccomandazione con cui ministero dalla Salute (n.8 ”Prevenzione degli atti di violenza contro gli operatori”) forniva indicazioni per prevenire e gestire gli episodi di aggressione attraverso misure riguardanti aspetti strutturali, come sistemi di allarme e dispositivi di sicurezza. Anche il Centro Ricerca e Formazione di Padova, con la responsabile Piera Poletti ritiene che l’utilizzo del fischietto possa essere un’efficiente soluzione per richiamare l’attenzione dei colleghi in caso di situazioni di aggressione. La novità è stata presentata stamane nella sede centrale di Piazza De Gasperi a San Donà di Piave, alla presenza del direttore generale Carlo Bramezza, della dottoressa Poletti, dei primari e dei coordinatori infermieristici coinvolti nel progetto.

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