Chi ha bombardato gli ospedali siriani? L’Onu – finalmente – indaga…
Chi ha bombardato gli ospedali siriani? Le Nazioni Unite stanno indagando sugli attacchi contro gli ospedali e le cliniche in Siria dopo aver condiviso le informazioni con la Russia. Lo ha dichiarato al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite Mark Lowcock, sottosegretario generale dell’Onu per gli affari umanitari, affermando che “stiamo indagando su un certo numero di strutture mediche che sono state attaccate poco dopo essere state confuse” con altri obiettivi. “Voglio sottolineare quanto sono preoccupato per questo”, ha aggiunto Lowcock. Quattro strutture sanitarie, due nella Ghouta orientale e due nella parte settentrionale di Homs, sono state colpite quest’anno dopo che le loro coordinate Gps sono state condivise con la Russia e con gli Stati Uniti, ha riferito l’Onu. La Russia co-presiede una task force umanitaria dell’Onu con gli Stati Uniti e ha anche fornito sostegno militare fondamentale alle forze del governo siriano nella loro offensiva per riconquistare la Ghouta orientale.
I due siti colpiti nella Ghouta erano un ospedale nella città di Arbin a fine marzo e un ospedale per bambini a Douma all’inizio di aprile, ha detto all’inizio di maggio Panos Moumtzis, coordinatore regionale delle Nazioni Unite per la Siria. A Homs, sono state colpite alla fine di aprile due strutture nella città di Zafraniyeh. Lowcock ha detto al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che 92 attacchi sono stati documentati contro le strutture sanitarie siriane e contro il personale medico nei primi quattro mesi del 2018, uccidendo 89 persone e ferendone 135. Gli attacchi contro ospedali e strutture mediche sono una violazione del diritto internazionale umanitario e sono stati ripetutamente condannati dal Consiglio di sicurezza.
Passando alle consegne degli aiuti umanitari destinati alla popolazione siriana, Lowcock ha detto che il primo convoglio di aiuti in più di due mesi dovrebbe arrivare nel nord della zona rurale di Homs per consegnare cibo e medicine a 93mila persone. Ma le consegne di aiuti a Douma, la città principale di Ghouta che è stata riconquistata dalle forze siriane ad aprile, continuano a essere bloccate. Lowcock ha esortato il governo siriano a consentire l’accesso alla Ghouta orientale, dove più di 10mila persone sono rientrate nelle ultime due settimane e quasi 200mila sono rimaste sotto assedio durante i recenti combattimenti.
… alla buonora!!!!