E Rutelli racconta: «Così riuscimmo a salvare “Ultimo Tango a Parigi”»

22 Mag 2018 12:00 - di Gigliola Bardi

Tornato nelle sale in questi giorni, Ultimo tango a Parigi deve la possibilità di questa nuova vita non solo al restauro, ma – stando a quanto rivelato da Francesco Rutelli – anche ai Radicali. L’attuale presidente dell’Anica, l’Associazione nazionale industrie cinematografiche audiovisive, ha rivelato ai microfoni della trasmissione di Rai Radio 3 Hollywood Party che il Partito Radicale contribuì a salvare una delle ultime copie rimaste in circolazione, opponendosi alla censura.

Il film di Bernardo Bertolucci, uscito per la prima volta in Italia nel dicembre del 1972, creò da subito scandalo per le scene di sesso esplicito e venne dichiarato osceno; nel 1976 un giudice ne ordinò la distruzione, ma una delle sezioni romane del Partito Radicale, cui Rutelli era iscritto, riuscì a salvarne una copia. «Organizzammo una proiezione in via di Torre Argentina a cui si presentò il funzionario capo del distretto di Polizia per sequestrare la pellicola, ma alla fine del film gli consegnammo una pizza “farlocca”», ha raccontato l’ex sindaco di Roma, parlando di «un’azione di disobbedienza civile che ha permesso al film di sopravvivere alla censura e di non essere distrutto».

Nelle scatole consegnate all’autorità pubblica insomma non c’era Ultimo tango a Parigi, ma una pellicola sconosciuta: in questo modo fu preservata una preziosa copia del capolavoro, destinato al rogo da un pretore e oggi protagonista di una nuova giovinezza, grazie al restauro e al ritorno in sala. Il capolavoro con Marlon Brando e Maria Schneider, è stato restaurato dal Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale; il suono è stato curato da Federico Savina mentre l’immagine, attraverso un lungo processo iniziato con la scansione a 4K, lo si deve al lavoro certosino del tre volte premio Oscar Vittorio Storaro.

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