Il 118 lancia l’allarme: le ambulanze sono senza medici e senza infermieri

3 Mag 2018 15:24 - di Redazione

Emerge in questi anni, in modo sempre più evidente, la «clamorosa inefficacia di visione da parte delle precedenti gestioni ministeriali riguardo la concezione del Sistema di emergenza territoriale 118 nazionale». Lo afferma Mario Balzanelli, presidente nazionale del Sis 118, sottolineando in una nota che le centrali operative non sono una sorta di call center e denunciando lo smantellamento, in quasi tutte le regioni, degli organici medici e infermieristici.

118: decapitate le dirigenze mediche

«Si è ritenuto, a più riprese, di smantellare, nel nome di innovazioni inesistenti, la concezione di Sistema salvavita, tempo dipendente, a disposizione h24, 365 giorni l’anno, di 60 milioni di italiani», evidenzia Balzanelli. A parlare sono i fatti: «Si impegnano risorse risibili rispetto al volume complessivo della spesa sanitaria nazionale, chiudendo centri di responsabilità quali le centrali operative di questi sistemi ipercomplessi, scambiandole per meri “call center”, per veri e propri rispondifici telefonici. Si è completamente e volutamente dimenticata l’opportuna e strategica dimensione provinciale dei Sistemi 118, sancita dal Dpr del 27 marzo 1992 peraltro tutt’ora in vigore, tarata sulla reale complessità di gestione capillare e più qualitativa possibile dei soccorsi a livello dei territori, delle centinaia di unità di personale assegnato, tra medico, infermiere e autista-soccorritore, delle risorse tecnologiche e di parco mezzi da governare». Non solo. «Sono state decapitate, a numerosi livelli, le dirigenze mediche dei Sistemi – insiste Balzanelli – spostando innaturalmente le stesse su vertici amministrativi, a volte completamente ignari del settore e provenienti da altri mondi, mera espressione di controllo verticistico politico che si è dimostrato attentissimo agli appalti delle grandi tecnologie e molto meno alla qualità reale della governance sanitaria e alla conseguente qualità dell’assistenza reale prestata ai cittadini in imminente evidente pericolo di vita. Si sono – ad arte – scambiate la centrali operative, veri e propri centri direzionali che hanno assicurato e assicurano in tempo reale» fra l’altro la formazione, l’addestramento, del personale e della società civile, il rapporto puntuale e continuo con prefettura, questura, carabinieri, vigili del fuoco, «per gusci vuoti che possono tranquillamente essere trasferiti sulla luna. Un horror gestionale – incalza Balzanelli – paragonabile ad un Evo Antico che ha flagellato impietosamente dai governi di Roma il 118 nazionale».

«Occorre un’inversione di tendenza»

Il risultato, accusa il Sis 118, è sotto gli occhi di tutti: lo smantellamento, in quasi tutte le regioni, degli organici medici ed infermieristici in grado di assicurare al paziente in evidente imminente pericolo di vita diagnosi e terapia potenzialmente salvavita, contratti precari pesantemente inadeguati rispetto alle complessità reali di gestione ed ai rischi sul campo; sedi di lavoro che verrebbero chiuse nel 90% da qualsiasi ispezione delle autorità competenti. «Chiederemo come Sis 118 al nuovo ministro un incontro urgente – afferma Balzanelli – e chiediamo alle forze rappresentative del nuovo governo di varare, con una assoluta urgenza, una riforma legislativa condivisa del Sistema 118 che vada nella direzione netta di un suo potenziamento e di una inversione di tendenza. Chiederemo, sul Sistema 118 salva vita, un confronto aperto e la più netta discontinuità di politica sanitaria».

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