Il guru di Trump Steve Bannon: “Cottarelli? È un tecnocrate dell’Fmi”
Parla Steve Bannon: gli italiani sono stati “defraudati della loro sovranità”. Il “partito di Davos, i poteri, le capitali e i media stranieri” hanno sbarrato la strada al “coraggioso” tentativo di M5S e Lega e ora il Paese è stato affidato a un “tecnocrate dell’Fmi“. Non usa mezze misure Steve Bannon per descrivere a modo suo quanto avvenuto in Italia negli ultimi giorni. A Roma l’ex capo stratega di Donald Trump ricostruisce le fasi della crisi, davanti a una platea convocata in un primo momento al Centro studi americani e poi, dopo la rottura al Quirinale di ieri sera, reindirizzata in una sala conferenze del Centro Storico. Bannon, che si definisce “studioso globale del movimento populista”, evoca scenari futuri in cui “Bruxelles, la City, Wall Street e le altre capitali” cercheranno di impedire agli italiani “di riprendersi il loro Paese”. Come esempi di successo della marea populista che sale in Occidente, l’ex direttore di Breitbart News cita la Brexit, la vittoria di Viktor Orban in Ungheria e, naturalmente, quella di Donald Trump negli Stati Uniti. L’Italia ce l’aveva quasi fatta, dopo il voto del 4 marzo, M5S e Lega “hanno avuto il coraggio di scendere a compromessi”, i loro due leader “hanno fatto un passo indietro” e hanno prodotto un “piano serio, molto logico”, un per governo “veramente populista” del Paese, che con la flat tax avrebbe fatto “decollare” l’economia. Con quale scusa sono stati respinti? “Lo spread”. In sostanza, una “presa in giro”.
“I poteri forti” contro gli italiani
I poteri forti, che Bannon più volte riassume nella formula il “partito di Davos”, tentano di dire agli italiani che sono degli “irresponsabili, che la gente non può governarsi da sé”. C’è stato, per l’ideologo della cosiddetta alt right, un concerto di forze che, come per la Brexit o la vittoria elettorale di Trump, tenta di rovesciare la sovranità popolare. L’attacco dei media internazionali all’ormai ex presidente del Consiglio incaricato Giuseppe Conte, “non è stato un caso”. Bannon cita gli articoli critici di queste settimane della grande stampa internazionale, dal Financial Times al New York Times, al Wall Street Journal, che oggi “gridano alleluia” e parlano di “barbari battuti e respinti fuori dai cancelli”. E non esita a definire questo atteggiamento “disgustoso”. Proprio il Quirinale non viene mai citato esplicitamente, ma nei 20 minuti di esposizione del Bannon pensiero, ce n’è per tutti gli altri. Non solo per i poteri forti, ma anche per i “democratici di sinistra che sono tutti a favore della democrazia, finché non cominciano a perdere le elezioni e si mettono al gridare al fascismo”. Ce n’è anche per il presidente del Consiglio incaricato, Carlo Cottarelli. “È un tecnocrate dell’Fmi”, dice Bannon. Parole che non vengono gradite da qualcuno nel pubblico, che accusa l’ex ideologo di Trump di usare un linguaggio offensivo: Bannon non si scompone e guarda avanti. “Nelle prossime elezioni il mondo vi guarderà”. Egli stesso guarderà con interesse da “studioso” il possibile tentativo di “mettere insieme destra e sinistra populiste. Negli Stati Uniti – dice – non siamo riusciti a fare un compromesso con Bernie Sanders. Forse un giorno lo faremo. Voi in Italia invece ci siete riusciti, perché Cinque Stelle e Lega hanno avuto coraggio”. Bannon usa parole di ammirazione anche per Silvio Berlusconi. “E’ una figura storica, il primo anni fa a parlare di nazionalismo, è stato un precursore di Trump”. Il leader di Forza Italia, “è stato coraggioso nel farsi da parte e lasciare Cinque Stelle e Lega tentassero di formare governo”.
a me Bannon sta molto simpatico.
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