Isis, espulso marocchino: era adepto dell’imam che indottrinava i bambini
Un cittadino marocchino, sospettato di legami con l’Isis, è stato espulso dal territorio nazionale per motivi di sicurezza dello Stato. Ne ha dato notizia il Viminale. Con questa espulsione, la 40esima del 2018, «sono 277 i soggetti gravitanti in ambienti dell’estremismo religioso espulsi con accompagnamento nel proprio Paese, dal 1° gennaio 2015 ad oggi».
L’uomo protagonista dell’ultima espulsione è un 36enne marocchino, residente nel foggiano, che era emerso all’attenzione investigativa nell’ambito dell’operazione della Digos di Bari che, nel marzo scorso, aveva portato all’arresto di Mohy Eldin Mostafa Omer Abdel Rahman, presidente dell’associazione culturale ”Al Dawa” di Foggia. Dietro l’associazione si nascondeva di fatto una moschea abusiva, dove l’imam incitava i bambini alla violenza contro i «miscredenti» e dove aveva trovato ospitalità il 39enne foreign fighter ceceno Eli Bombataliev, arrestato nel luglio 2017 dalla Digos di Bari e recentemente condannato a 5 anni di reclusione per il suo sostegno all’Isis.
In particolare , il cittadino marocchino espulso era spesso presente durante le lezioni di indottrinamento che l’imam di Foggia svolgeva nei confronti di giovanissimi immigrati di seconda generazione, «finalizzate a suscitare in loro adesione all’islam radicale e avversione verso l’Occidente». Per questi motivi è stato raggiunto da provvedimento di espulsione ed è stato immediatamente rimpatriato con accompagnamento nel proprio Paese attraverso un volo partito dall’aeroporto di Bologna per il Marocco.