La fine di Nevio Skull, ucciso dai partigiani perché rifiutò di vendere Fiume
Pochi oggi in Italia ricordano la luminosa figura di Nevio Skull, industriale e politico fiumano, assassinato dai partigiani comunisti di Tito il 3 maggio del 1945. Nevio Skull era nato a Fiume nel 1903, e non aveva ancora43 anni quando fu assassinato in quell’ondata di barbarie che colpì tutta la zona in quei mesi. Skull nel 1935 aveva ereditato dal padre Giuseppe la fonderia omonima che era diventata l’industria più importante della città. Dopo l’armistizio in tutta la regione di agitavano forze tese a strappare alla madre patria tutte le città istriane, giuliane e dalmate, e Fiume non faceva eccezione. I comunisti titani premevano in questa direzione, aiutati dai comunisti italiani, e per raggiungere il loro obiettivo avevano un metodo semplicissimo: il genocidio di tutti gli italiani, allo scopo, comune fra i partigiani, di impossessarsi delle loro proprietà. Skull da tempo frequentava il Partito autonomo fiumano di Riccardo Zanella, che si batteva per l’autonomia della Dalmazia. Proprio per questo fu avvicinato da esponenti comunisti titani, che probabilmente volevano costringerlo ad accettare il dominio jugoslavo sulla città di Fiume. Ovviamente, Skull rifiutò, e nella notte del 3 maggio fu sequestrato dalla temuta Ozna, la polizia politica di Tito, e fatto sparire. L’Ozna, Dipartimento per la Sicurezza del Popolo, fu voluto e organizzato dallo stesso Tito e da Milovan Gilas. Il suo cadavere, come quello di molti altri patrioti, fu ritrovato 25 giorni dopo sul greto del fiume Enea, con un foro di proiettile alla nuca, secondo il miglior stile dei partigiani comunisti di qualsiasi nazione. Analoga sorte era toccata il 2 maggio all’altro patriota fiumano Mario Blasich, che ugualmente aveva rifiutato di dare il suo assenso all’annessione di Fiume alla Jugoslavia. Blasich, appena partite le truppe tedesche, fu aggredito e strangolato in casa sua da partigiani titini.
Il fiume citato si chiama Eneo, non Enea.
I counisti, i vigliacchi partigiani dell’anpi insieme ai loro criminali partigiani titini, altro non hanno saputo fare che seminare terrore per i loro benefici. Ancora oggi l’anpi , la conosciuta banda criminosa foraggiata dal governo PD continua nel sminare odio.
Quest’Italia imbelle, venduta alle banche dei sinistri, vigliacca, sterile, che alleva ballerine, follover e partecipanti al grande fratello, come potrebbe essere interessata a questi eroi?