Strage di Bologna, colpo di scena: l’ex faccendiere Pazienza chiede di essere interrogato

30 Mag 2018 15:30 - di Redazione

Ha colto tutti di sorpresa la lettura di un telegramma in apertura di udienza al processo per la strage di Bologna da parte del presidente della Corte d’Assise, Michele Leoni. Nella pausa pranzo è stato recapitato un telegramma- ha dichiarato in aula- in cui Francesco Pazienza ha chiesto di essere interrogato. Pazienza è il noto ex faccendiere  e agente segreto, noto per il suo coinvolgimento in vari episodi oscuri della nostra Repubblica. Pazienza si era rifugiato negli Stati Uniti d’America, dove fu raggiunto da una prima richiesta di estradizione dell’Italia al governo statunitense nel 1984, ma non fu arrestato dalle autorità americane fino al 4 marzo 1985. La procedura di estradizione proseguì ed un giudice gli ordinò di farsi sottoporre a processo in Italia. Un ricorso in appello di Pazienza non cambiò le cose, e perciò venne consegnato al governo Italiano nel giugno del 1986, dove al tempo delle sentenza di primo grado risultava anagraficamente residente alla Spezia.

Pazienza fu condannato nel 1988 per aver tentato di depistare le indagini sulla strage di Bologna, sistemando lo stesso tipo di esplosivo in un treno Milano – Taranto nel 1981. Nel 1990, la sua condanna fu ribaltata in appello, ma un nuovo processo terminò con una condanna definitiva nel 1995.[ Condannato a 13 anni (10 per il depistaggio delle indagini sulla strage e 3 per il crac dell’Ambrosiano ed associazione a delinquere) in tutto ne trascorse 12 in carcere. Dall’aprile del 2007 si trova in Libertà vigilata nel comune di Lerici dopo essere stato condannato a 13 anni complessivi di carcere di cui l’ultimo anno e mezzo di condanna l’ha trascorso in affidamento ai servizi sociali facendo il volontario della pubblica assistenza di Lerici. Successivamente continua a fare il volontario.

 

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