Ai servizi segreti Crimi, noto per il complotto dei “piedi sporchi” che fece ridere l’Italia

4 Giu 2018 13:24 - di Leo Malaspina

I piedi sporchi, in genere, come i panni, si lavano in famiglia. Ma per Vito Crimi, il grillino candidato a occupare la poltrona di sottosegretario agli Interni con delega ai servizi segreti italiani, quella “sporca” faccenda delle impronte scure che si formavano in casa ogni volta che lui andava in vacanza era una pasticciaccio di interesse pubblico da convidere sui social. Eravamo nel 2015 e Vito Crimi, allora presidente dei senatori del M5S, fede ridere per la prima volta tutto l’arco costituzionale italiano. Non fu l’ultima.

Del resto, egli stesso, in quel post su Fb, aveva messo le mani (anzi, i piedi), avanti: «Leggete, prima di ridere”, era stato l’incipit auto-avverante. Il “complotto dei piedi sporchi”, in sintesi, si basava si questo inquietante interrogativo: se andate in vacanza e tornate a casa dopo quindici giorni, vi accorgerete anche voi che qualcosa non torna perché camminando scalzi potreste ritovarvi, udite udite, le piante dei piedi sporche di polvere. Perché? Come mai? Cosa c’è sotto?

Sherlock Crimi lo spiegò così: «Ciao a tutti, molti di voi rideranno guardando l’immagine allegata (quella dei piedoni neri in primo piano, in alto ndr) – era scritto sul profilo Fb di Crimi – Penserete forse che il caldo di questi giorni mi abbia dato alla testa o che si tratti semplicemente di uno scherzo di cattivo gusto. Purtroppo la realtà supera spesso la fantasia e in questo caso la realtà potrebbe essere più grave di quello che si pensi…. Ma veniamo ai fatti. Dopo le vacanze al mare siamo ritornati a casa a Ghedi. Premetto che prima di andare via la casa era in perfetto ordine (metti che i ladri trovino la polvere sui mobili o il pavimento sporco…). Come è normale tutti gli scuri erano chiusi ma dietro qualcuno di essi qualche porta è rimasta socchiusa per favorire un minimo di ricambio dell’aria di casa. Ebbene dopo due settimane ecco quello che si è depositato sul pavimento di casa e raccolto dai piedini di mio figlio. Quello che mi spaventa è che non si tratta della normale polvere. È una polvere nera e sottile, più fine della fuliggine. Sembrano i piedi di uno spazzacamino. Peccato che questa volta le polveri sono contenute nell’aria che respiriamo e che finisce nei nostri polmoni… Cosa possiamo fare? Innanzitutto capire se e come deve essere monitorata la qualità dell’aria. Cosa si misura, con quale frequenza, quali sono i valori di soglia e se i dati debbano essere pubblici oppure no…».

E il complotto? Qualcuno ci nasconderebbe i dati sulle polveri che si depositano in casa quando siamo assenti, era la tesi, mai più riproposta, negli anni a venire. Il web, ovviamente, reagì sollevando un polverone, vero. Ma di risate. Oggi, con un uomo così intuitivo alla gestione dei “servizi”, possiamo stare tranquillo: chi meglio di lui può mettersi sulla tracce dei terroristi meno attenti all’igiene personale?

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • 4 Giugno 2018

    Questo governo….sta andando sempre più in basso, dopo un ministro che non ha mai lavorato un giorno in vita sua in uno dei posti chiave per l’economia e l’occupazione, abbiamo anche un inetto ed incapace con la delega ai servizi….siamo proprio messi male, neanche il grande Alberto Sordi sarebbe stato in grado di fare meglio