Migranti, Merkel va per conto suo: patti con 16 Paesi per rimandarli indietro

30 Giu 2018 14:43 - di Viola Longo

Ieri la Spagna e la Grecia, ora altri 14 Paesi. Angela Merkel ha stretto accordi bilaterali con più di mezza Europa perché gli Stati di primo arrivo si riprendano i migranti che poi si sono spostati in Germania e ai quali sono state respinte le richieste di asilo. A comunicare la chiusura dei patti è stata la stessa Cancelliera, con una lettera di 8 pagine resa nota dall’agenzia di stampa tedesca Dpa e indirizzata ai leader della Csu e della Spd, suoi partner nella coalizione di governo.

L’accelerazione va inserita nel contesto dei problemi politici interni della Cancelliera. Da tempo, infatti, Merkel è sottoposta alla pressione del ministro degli Interni e leader della Csu Horst Seehofer affinché Berlino adotti una linea di rigore. Una pressione che, sospinta anche da alcuni delitti particolarmente efferati commessi da stranieri, si è poi concretizzata in un vero a proprio diktat: Seehofer ha imposto a Merkel l’ultimatum del primo luglio per bloccare il flusso di migranti secondari in Germania, minacciando la rottura della coalizione di governo.

I 16 Paesi con cui la Germania ha stretto l’accordo sono Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca (i cosiddetti paesi Visegrad, esclusa la Slovacchia), Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Lituania, Lettonia, Lussemburgo, Olanda, Portogallo e Svezia, oltre Spagna e Grecia che hanno fatto da apripista. «La Germania si è impegnata non solo a coprire i costi del ritorno dei migranti nel nostro Paese, ma anche a dare appoggio finanziario e materiale alla Spagna in quanto frontiera esterna dell’Unione europea», ha spiegato il premier spagnolo Pedro Sanchez, aggiungendo che «crediamo sia un accordo giusto, che rientra perfettamente nel solco del regolamento di Dublino». «Ora dobbiamo solo affinarne i dettagli, ma ci sentiamo soddisfatti», ha proseguito Sanchez, aggiungendo che la Spagna è «sempre stata solidale, sia con il caso della nave Aquarius che con i movimenti secondari».

Nel dettaglio l’accordo, secondo quanto si legge nella lettera della stessa Merkel, prevede che i richiedenti asilo già registrati nel Paese d’arrivo e bloccati alla frontiera tedesca siano trasferiti in «centri di sorveglianza» (che nella lettera la Merkel chiama «di ancoraggio») dove aspetteranno l’esito della loro richiesta. I centri saranno in Germania. Dunque la Merkel mette mano al portafogli per liberarsi di quei migranti che tanti problemi le stanno causando sul fronte interno. E, insieme, dichiara definitivamente chiusa la stagione dei vertici Ue, a vantaggio di quella dei patti bi o trilaterali tra singoli Stati membri. Con buona pace dei tentativi comunitari di superare Dublino e trovare una soluzione targata Europa il più soddisfacente possibile per tutti: nelle stesse ore in cui la Cancelliera dava notizia degli accordi, il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk esortava ancora i Paesi dell’Ue a «essere uniti nello sforzo» per rendere l’Unione europea stabile e sicura.

Il governo Merkel, però, non ci sta a passare per quello che fa saltare il tavolo europeo e smentisce l’interpretazione dell’accordo raggiunto dal Consiglio Ue offerta da esponenti della Csu secondo cui l’intesa darebbe carta bianca per procedere con la chiusura delle frontiere. «Misure unilaterali a spese di altri Paesi non sono quello che l’accordo significa», ha dichiarato un portavoce del governo citato ancora dall’agenzia Dpa. Dal vertice è invece emersa una richiesta ai diversi Paesi per introdurre misure «interne» giuridiche e amministrative contro la migrazione secondaria all’interno dell’Unione europea, ha aggiunto. Tali misure includono una migliore sorveglianza della mobilità in uscita e richieste di residenza per richiedenti asilo in paesi alla frontiera esterna dell’Unione.

Commenti

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  • Giuseppe Tolu 30 Giugno 2018

    Cosa non fa la cadregga! Prima ha fatto invadere mezza Europa, e adesso?