Plastica, stop alle “isole” galleggianti a mare: riciclo e materiali green
Riciclo, stop all’usa e getta e alternative green. L’Europa, e non solo, sta tracciando la strada per affrontare il problema della dispersione nell’ambiente dei rifiuti. In particolare di quelli plastici. Antonio Cianciullo, giornalista esperto di temi ambientali e autore del libro Ecologia del desiderio – Curare il pianeta senza rinunce edito da Aboca Edizioni, affronta con l’Adnkronos il “caso plastica” e le sue possibili soluzioni. Un tema di stretta attualità con immagini che rimbalzano sui media tra accumuli galleggianti di rifiuti, spiagge inondate da cannucce e cotton fioc, tartarughe intrappolate nelle reti. «Negli oceani ci sono cinque vortici di rifiuti, sono delle isole galleggianti, per lo più di plastica, che viene trascinata dalle correnti e tende ad aggregarsi fino a formare quella che è stata chiamata una zuppa. La più grande di queste isole di spazzatura che galleggiano sta nel Pacifico, davanti alle coste americane, e in alcuni punti è spessa fino a 10 metri», dice Cianciullo. Non va molto meglio nel Mediterraneo. Qui non ci sono queste isole di rifiuti ma c’è un problema, altrettanto allarmante, legato ai frammenti dispersi in acqua. «C’è una grandissima quantità di microparticelle di plastica che in alcuni tratti arrivano a una densità straordinaria: si parla di più di un milione di frammenti per chilometro quadrato che in buona parte finiscono scambiati per cibo nelle pance dei pesci. Questi pesci sono i postini dell’inquinamento perché riportano a noi, che li abbiamo emessi, i rifiuti», spiega ricordando anche che