
Rai, la lista di destra prende il 15%: spallata al sindacato politicamente corretto
Home livello 2 - di Federica Parbuoni - 6 Giugno 2018 - AGGIORNATO 6 Giugno 2018 alle 15:59
Quasi il 15% dei voti, tre delegati eletti e un primo obiettivo programmatico già conseguito: portare «pluralismo e democrazia» all’interno della Rai. È il risultato ottenuto dalla lista «Pluralismo e libertà», che si è messa in gioco per contrastare l’unanimismo troppo a lungo imperante nelle logiche dell’Usigrai, il sindacato di riferimento del servizio pubblico, chiamato al XV congresso nazionale dal 18 al 21 giugno, a Bologna.
Dunque, prima scommessa vinta per questa lista, nata in pochi giorni, sostenuta dall’associazione di giornalisti Lettera 22 e ispirata dalla voglia di portare il “vento del cambiamento” in Rai. «Abbiamo ottenuto un risultato straordinario, considerato che siamo stati osteggiati, guardati con sospetto come se avessimo compiuto un delitto di lesa maestà», ha spiegato Giuseppe Malara, il redattore del Tg1 che guida la lista insieme a Maria Antonietta Spadorcia del Tg2, Massimo Calenda del Tgr Campania ed Elisa Billato del Tgr Veneto. «Invece, ci dovrebbero ringraziare perché pluralismo e democrazia dovrebbero costituire valori fondamentali per tutti», ha proseguito Malara, che insieme a Spadorcia e Billato è stato eletto come delegato al congresso nazionale.
La lista ha ottenuto 194 voti su 1345 votanti. Gli avversari del listone unitario ne hanno ottenuti 1.069, eleggendo 17 delegati. Oltre al risultato dei delegati nazionali, «Pluralismo e libertà» ha registrato anche il buon risultato ottenuto sul fronte dei delegati di testata: 3 su 8 solo al Tg1. Gli avversari li hanno definiti «sovranisti», loro spiegano che «punteremo a difendere i valori di un giornalismo indipendente, non schierato, non condizionato dalla dittatura del politicamente corretto». «Siamo gli anti mainstream, pronti a difendere la libertà di espressione secondo i valori della Costituzione repubblicana», ha chiarito Malara, ricordando lo snodo cruciale che andrà affrontato sul piano sindacale: «C’è la partita decisiva del contratto integrativo, dove bisogna impedire – ha avvertito l’esponente di «Pluralismo e libertà» – la dequalificazione professionale dei giornalisti Rai».
Sarebbe ora che il carrozzone della Rai, fazioso, sinistrorso, comandato da Renzi, Grasso, dalla “Repubblica” e dai loro accoliti tornasse ad un pluralismo di voci per rispetto di tutti gli abbonati.
PRIVATIZZARE QUESTO CARROZZONE PIENO DI RACCOMANDATI
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