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Roma, commercianti contro la Raggi: «No al pedaggio per il centro storico»

Roma, commercianti contro la Raggi: «No al pedaggio per il centro storico»

Cronaca - di Redazione - 7 Giugno 2018 - AGGIORNATO 7 Giugno 2018 alle 12:38

Virginia Raggi è avvisata. Se il progetto dell’amministrazione capitolina di introdurre un pedaggio per l’accesso nel centro storico dovesse concretizzarsi si ritroverebbe a fare i conti con i commercianti, già scesi nel frattempo sul piede di guerra. «Siamo contrarissimi – avverte Walter Giammaria, presidente della Confesercenti romana -. Non è più possibile andare avanti così, stanno uccidendo le imprese, i negozi del centro storico».

Giammaria (Confesercenti): un’idea folle

E fosse solo il pedaggio immaginato dalla Raggi a preoccupare i negozianti. In realtà, attacca ancora il leader della Confesercenti della Capitale, «non si vuole comprendere che a Roma è in atto una crisi economica enorme». Giammaria punta il dito contro chi pensa che il centro storico sia «un’area d’élite». Ma non è cosi: «Roma – spiega – è la capitale mondiale per cultura, religione, turismo e il 35 per cento delle imprese romane risiedono nel centro storico se lo chiudono, se prolungano la chiusura dei varchi e se istituiscono anche il pedaggio ma chi lo frequenterà più…».

«A Roma crisi economica enorme»

La crisi del commercio e delle botteghe morde anche Roma, a dispetto dei pur corposi flussi turistici che interessano la Capitale. «I locali storici del centro di Roma stanno chiudendo uno per uno – prosegue l’esponente di Confesercenti -. Negozi che sono presenti su strada e sulle piazze romane da 100, 120 anni, ora, stanno abbassando le saracinesche. Il pedaggio sarebbe una “mazzata” ulteriore sull’economia del centro storico e sull’occupazione». Da qui l’appello alla Raggi a «fermare tutto questo» e ad ascoltare le associazioni dei commercianti: i loro problemi e le loro idee. Non solo. Nella battaglia a difesa del commercio del  centro storico di Roma, Giammaria arruola un po’ tutti, dalle associazioni territoriali e di categoria «ai partiti politici in consiglio comunale» affinché tutti «facciano qualcosa, agiscano per la salvaguardia dei commercianti e perché il “commercio di vicinato” non sparisca».

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7 Giugno 2018 - AGGIORNATO 7 Giugno 2018 alle 12:38