Ambulanza a pagamento per chi “si sballa” con alcol e droghe

28 Ago 2018 14:40 - di Alessandro Giuliani

«Ambulanza a pagamento per chi si “beve” la vita». È l’iniziatiava lanciata sui social network dall’associazione “Nessuno tocchi Ippocrate” di Napoli per mettere un freno alle chiamate d’emergenza da parte di chi abusa di alcol e droghe, soprattutto il sabato sera. E’ una provocazione, allo stesso tempo una riflessione, sulle condizioni in cui sono costretti a lavorare medici e operatori d’emergenza a Napoli, dove sono 18 le ambulanze del 118 per una popolazione che sfiora il milione. «Far pagare un ticket, come succede ai codici bianchi in pronto soccorso con circa 40-50 euro, a chi chiama il 118 dopo essersi ubriacato potrebbe essere un deterrente, in modo da favorire un consumo di alcol più consapevole», spiega all’Adnkronos Salute Manuel Ruggiero, presidente di “Nessuno tocchi Ippocrate”e medico di emergenza del 118 di Napoli.

L’iniziativa nasce da un problema serio: «Nella zona dell’ex villaggio Italsider c’è una concentrazione di locali e discoteche che crea non poche difficoltà in caso di emergenza – aggiunge – Ci arrivano tantissime chiamate nel weekend per persone che si ubriacano fino a perdere i sensi, ma questo “abuso” sottrae l’ambulanza ad altre urgenze. Forse sarebbe il caso che i gestori dei locali iniziassero a pensare ad ambulanze private fuori dalle discoteche per intervenire sull’abuso di alcol e di sostanze stupefacenti». Chi si procura da solo una ‘sbronza’ – conclude il medico – dovrebbe capire che non può poi chiamare un mezzo di soccorso pubblico perché in questo modo lo sottrae a chi invece ha una emergenza, è in pericolo di vita o ha avuto un incidente.

Commenti

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  • paleolibertario 28 Agosto 2018

    Si comincia a ragionare. E non solo l’ambulanza, chi “se la va a cercare” dovrebbe pagare tutte le spese sanitarie. È incivile equiparare un lavoratore a chi fa sport estremi, ad esempio.