La legge anti-caporalato? La fece il fascismo nel 1926. E la abolì Badoglio
8 Ago 2018 19:30 - di Antonio Pannullo
Il “caporale” è la figura di intermediatore illegale tra latifondista e manodopera non specializzata. È una piaga presente da sempre, e in Italia si è saldata con la criminalità organizzata, soprattutto nel centrosud. La parola “caporalato” è tornata in questi giorni sotto i riflettori a causa degli incidenti che hanno visto coinvolti lavoratori stagionali stranieri in Puglia, ma è un male antico, un male “liberale”. Nel 2016 la Camera approvò la cosiddetta legge anti-caporalato, che però evidentemente non ha avuto effetto sul fenomeno, probabilmente a causa degli scarsi controlli da parte delle autorità. La rivista e blog Italia coloniale però, diretta da Alberto Alpozzi, ci ricorda che il caporalato fu combattuto e sconfitto, come la mafia del resto, dal fascismo, che nel 1926 varò la legge 563, detta “legge sindacale”, perfezionata e modificata fino al 1938 con altre norme tese a “contemperare secondo equità gli interessi dei datori di lavoro con quelli dei lavoratori tutelando, in ogni caso, gli interessi superiori della produzione”. Italia coloniale, nel pezzo a firma Maria Giovanna Depalma, ricorda anche che queste rivoluzionarie normative, inserite nel Codice corporativo e del lavoro fascista, valevano oltre che in Italia anche nelle colonie, cosa che contribuì ad abolire nell’Africa italiana la schiavitù e la servitù della gleba, fiorenti fino alla conquista da parte dell’Italia dell’Africa orientale.
Il caporalato era completamente scomparso
In particolare, racconta ancora l’Italia coloniale, due furono i provvedimenti più incisivi: “i contratti collettivi di lavoro e gli uffici di collocamento gratuiti per i lavoratori disoccupati. I primi dovevano essere obbligatoriamente redatti e approvati dal Sindacato di categoria (ente che provvedeva anche al continuo miglioramento della formazione professionale dei lavoratori attuata attraverso gli organi d’istruzione professionale) prima di iniziare qualsiasi rapporto di lavoro subordinato”, provvedimenti non esistenti nella precedente legislazione liberale. Insomma, l’imprenditore poteva assumere la manodopera soltanto per mezzo di tali uffici, scegliendo tra gli operai iscritti; viceversa quest’ultimi, per cercare un impiego, avevano l’obbligo di avvalersi degli stessi: in caso contrario erano previste sanzioni pecuniarie per entrambi, dice ancora la rivista storica. In nessun caso l’imprenditore poteva assumere operai attarverso intermediatori privati, considerati dal fascismo né più né meno che parassiti sociali. Inoltre, ci dice l’Italia coloniale, le richieste di manodopera non potevano essere nominative ma numeriche, per evitare qualsiasi tipo di clientelismo. Se un lavoratore veniva licenziato senza motivo, poteva ricorrere alla Magistratura del Lavoro. Caporalato e mafia, quest’ultima grazie al prefetto Cesare Mori, furono bandire per qualche anno dall’Italia. Fino al settembre 1944, quando il governo Badoglio con il decreto 287 abolì tutte le leggi della Carte del Lavoro con le conseguenze che oggi ci troviamo a combattere.
già, grande uomo, troppi avvoltoi!!!vediamo che non capiti con Salvini. All’epoca non c’era internet, adesso c’è e aiuta a sapere, alla conoscenza. Evitiamo di lasciare il governo in mano agli assassini..
abbiamo vissuto per almeno altri quaranta anni con le leggi del fascismo che ci hanno donato il miracolo economico del dopoguerra l’assetto sociale e previdenziale la libertà di impresa la tutela dell’ambiente e degli animali il diritto alla salute ed a un corretta alimentazione l’apprendimento culturale a livello umanistico e scientifico la tutela della dignità del lavoro manuale nel campo agricolo ed artigianale
Sto’ preparando degli incontri sul ventennio per i giovani di Fratelli D’Italia di Bergamo e queste cose e molte altre ignominie durante i miei studi di approfondimento vengono fuori. Quello che ci hanno sempre taciuto piano piano emerge. W l’Italia
Vi risulta che Badoglio mai fece qualcosa di bene?per ultimo ricordiamo la massima ignominia”l’armistizio.
Infatti adesso sono i capolari PD che fanno le manifestazioni contro i capolali PD
Il dramma della continua denigrazione del fascismo sta proprio nel timore di far scoprire al “popolo” che quanto fatto dal fascismo è ancora e tuttora vigente e che tutti lo sfruttano.
E hanno ancora Il coraggio di criticare lo stato sociale del ventennio!! GRANDE BENITO MUSSOLINI
Grande Mussolini.
Immensa Giovanna!
Grazie Michele sono contenta che la mia ricerca storica sulle leggi anti caporalato abbia avuto grande condivisione. Tempo e lavoro ripagato da queste soddisfazioni!