Notte di San Lorenzo, ecco come (e dove) vedere più stelle cadenti
Cacciatori di stelle cadenti? Il “bottino” più ricco potrebbero assicurarselo quelli che scruteranno la volta celeste da Alicudi e Filicudi; dalla parte nord dell’Alto Adige, al confine con l’Austria; dalla Sardegna, soprattutto a metà della costa est; dalla Maremma toscana verso il grossetano e da alcune zone della Basilicata. Impresa più difficile, invece, per chi trascorrerà la Notte di San Lorenzo in Val Padana o nelle grandi città come Roma, Napoli, Torino e Milano, nella valle dell’Arno o in Puglia (Gargano a parte). Vita dura per gli appassionati italiani di astronomia e per chi, più semplicemente e secondo tradizione, non rinuncia ad esprimere desideri. Perché l’inquinamento luminoso (l’eccesso di illuminazione che compromette la visione nitida della volta celeste) complica un po’ le cose, soprattutto in Italia. «Ad oggi l’Italia è tra i Paesi del G20 con il maggiore inquinamento luminoso. Produciamo più luce pro capite rispetto ad altre nazioni: il triplo della Germania. Peggio di noi fanno Belgio, Olanda e Singapore», spiega all’Adnkronos Fabio Falchi, presidente di CieloBuio, Coordinamento per la protezione del cielo notturno.
E allora? Per assicurarci una notte di San Lorenzo davvero magica, il primo consiglio è di consultare le mappe del buio e dell’inquinamento luminoso realizzate da CieloBuio perché se la situazione dell’inquinamento luminoso riguarda tutto lo Stivale, qualche eccezione c’è e chi vive o può recarsi in queste ‘isole di buio’ potrà godersi una notte davvero magica. Guardando la mappa dell’Italia, bisogna tenere presente che «l’inquinamento è sempre maggiore passando dal nero al grigio ai tre livelli di blu, ai due di verde, al giallo, all’arancio, al rosso, al magenta, rosa e al bianco (il livello con l’inquinamento luminoso massimo). Diciamo che per avere un cielo decente per osservare le stelle e le stelle cadenti bisognerebbe spostarsi nelle zone rappresentate in verde (meglio il verde scuro o meglio ancora il blu)», spiega Falchi. Ma non tutti possono raggiungere le Eolie o il confine con l’Austria per esprimere il proprio desiderio nel cassetto. In questo caso, ecco i consigli per sfruttare al meglio il cielo che abbiamo a disposizione.
Intanto, bisogna tenere presente che il picco di visibilità delle stelle cadenti non coincide più con la Notte di San Lorenzo, ma che negli anni si è gradualmente spostato in avanti e ora cade nella notte tra il 12 e il 13 agosto. Questo non vuol dire che nei giorni precedenti o successivi non si possano avvistare le ‘lacrime’ del Santo, ovvero lo sciame delle Perseidi, ma è un paio di giorni dopo il fenomeno astronomico dà il meglio di sé. Qualunque sia la data scelta, la regola numero uno è armarsi di pazienza e non perdersi d’animo se non si avvista subito una stella cadente: meglio mettersi comodi, portarsi dietro una sedia sdraio o un telo, sistemarsi in un posto da cui la visuale del cielo sia libera e guardare in direzione nord-est.
L’orario migliore? Dopo la mezzanotte , andando verso mattina, «quando più luci sono spente e la Terra, percorrendo la sua orbita, ci pone proprio di fronte alle stelle cadenti. Un po’ come quando andiamo in auto verso un temporale: dal parabrezza vediamo molte più gocce di pioggia che non dal lunotto posteriore», spiega il presidente di CieloBuio. E per chi abita in una grande città, come le citate Roma e Napoli, Torino e Milano, il consiglio è di farsi almeno 30-40 km per allontanarsi dall’area urbana e ridurre l’impatto dell’inquinamento luminoso sulla visibilità del cielo.