Ponte Morandi, Di Maio: «Se ne farà carico lo Stato». Ma Giorgetti frena

27 Ago 2018 13:41 - di Redazione

Tutti d’accordo sulla ricostruzione del Ponte Morandi. Ma con quali procedure? E a chi affidare l’opera? Per Luigi Di Maio non ci sono dubbi è lo Stato che dovrà farsene carico, dice in una lunga intervista a Skytg24 mentre il leghista Giorgetti invita alla cautela. «Il ponte Morandi non lo può ricostruire Autostrade, al massimo ci mette i soldi, ma lo deve fare un’azienda di Stato così possiamo controllare la qualità della ricostruzione. Inoltre stiamo per desecretare i contratti di Autostrade e togliergli le concessioni. Siamo poi convinti della nazionalizzazione delle autostrade, non vogliamo la loro elemosina. Se versano i soldi per rifare il ponte fanno solo la metà del loro dovere. Il ponte sarà rifatto comunque. E non da loro», ha ribadito il vicepremier che non usa i guanti con Benetton. «Hanno avuto un comportamento vergognoso – dice a La Stampa – dopo la tragedia ha parlato solo Atlantia. E lo ha fatto per dire che il ponte era sicuro. Neanche una parola sulle vittime. Ma la manutenzione di quel ponte spettava a loro». In compenso – prosegue Di Maio – in questi anni hanno guadagnato miliardi dai pedaggi. Profitti a scapito della manutenzione. Per questo vogliamo nazionalizzare. Per abbassare i pedaggi e aumentare gli investimenti».

Ponte Morandi, Giorgetti frena l’ipotesi Di Maio

Il sottosegretario alla presidenza del consiglio Giancarlo Giorgetti, invece, frena sull’ipotesi di rinazionalizzare la rete autostradale lanciata dal vicepremier. «Prima–  spiega in un’intervista al Corriere della Sera –  va concluso l’iter che ci dirà se una revoca della concessione ad Autostrade sia possibile. Stiamo aspettando la replica di Autostrade alle contestazioni del governo, poi valuteremo anche questa possibilità. Abbiamo di fronte un avversario agguerrito – aggiunge il leghista – non credo che in assoluto lo Stato faccia le cose meglio del privato, nè il contrario. Ho letto della dispobilità di Fincatieri, si è parlato di Anas. In realtà non importa chi costruirà il ponte, ma che venga fatto bene e presto. E che a pagare sia Autostrade». A poche ore dall’audizione in commissione Ambiente di Montecitorio del ministro Danilo Toninelli sul crollo del ponte genovese, Autostrade pubblica sul sito web il testo della convenzione con il ministero delle Infrastrutture che risale al 2008. «Per rispondere alle polemiche e alle strumentalizzazioni che dominano il dibattito pubblico sul tema – si legge sul sito –  Autostrade per l’Italia rende pubblico e accessibile a tutti i cittadini il testo della Convenzione in essere con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (allora Anas) approvata unitamente agli allegati dalla legge n. 101 del 2008, nonché i successivi Atti aggiuntivi e relativi Allegati. In questo modo la società rende noti tutti gli elementi che regolano la concessione, compreso il cosiddetto Piano Finanziario  redatto ai sensi delle delibere Cipe. La gran parte di questi documenti era stata già pubblicata sul sito web del Mmnistero delle Infrastrutture e dei Trasporti il 2 febbraio 2018, mentre la totalità dei documenti stessi era stata già resa disponibile nella scorsa legislatura (maggio 2017) ai membri della Commissione Lavori Pubblici del Senato per consultazione».

Commenti

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  • Tita 11 Settembre 2018

    Osservo le vicessitudini del ponte Morandi di Genova. Cercano di scaricare le colpe a costruttori e progettisti, azzardare ipotesi di attentato, si sventolano perizie di stabilità del ponte che puzzano di yes men. Ma moralmente e tecnicamente le colpe sono del gestore. Ipenditori della new economi dove il rischio è differenziato sui manager a loro volta istruiti per diffetenziarlo e intorbidirlo, il rischio alla fine viene spalmato sulla societa. L’ingegneria meccanica soccombe sotto le pressioni dell’ingegneria gestionale.
    Mi auguravo che la disgrazia del ponte fosse trasformata in una opportunita per migliorare la viabilità e diminuire i rischi. Mi aspettavo un incarico a tutte le universitá italiane per un nuovo ponte, dando line guida semplici. Studiare un nuvo ponte attraverso due progetti differenziati. Uno con la struttura rinvorzata sotto il ponte (senza bretelle) e altro rinforzata superiormente. Valutando la possibilita di corsie di scorrimento sovrapposte e magari differenziate per il traffico pesante. Dando magari deroghe x utizzo di materiali anti corrosione attualmente considerati inquinanti per il loro processo produttivo. (Alla lunga in un opera del genere risultano a meno impatto ambientale di continue manutenzioni).
    Mi ritrovo a osservare che la fretta di fare il ponte sembra essere affidata al blasonato primo che arriva… L’ingegneria meccanica soccombe sempe a tutti… e cosi di ponti che son sicuri non se ne fanno.