Battisti, Mogol e quel “29 Settembre”: 51 anni fa il loro primo capolavoro (video)
Cinquantuno anni fa con “29 Settembre” il duo Battisti-Mogol firmava il suo primo, grande successo. Una canzone innovativa e sperimentale per il tempo che anticipava quella che fu definita “rivoluzione psichedelica”. Una canzone affidata all’intrepretazione dell’Equipe 84 di Maurizio Vandelli. Certo, era solo musica. Ma che musica. Che capacità sonosra ed espressiva. Fu addirittura dirompente. Quasi quanto “Acqua azzurra, acqua chiara” che segnò la consacrazione ufficiale di Lucio Battisti e Mogol. “29 Settembre” racconta di una scappatella, di un tradimento neppure cercato, ma concretizzatosi improvvisamente come a volte improvvisa ed incredibile è la vita. Con il protagonista che addirittura si risveglia, dopo quella notte d’amore fedifrago, come da un innocuo, innocente sogno. Perchè al risveglio lui torna subito a pensare alla sua amata, alla donna della sua vita. Donna alla quale infatti subito telefona e con la quale comincia a sorridere prima e ridere poi perchè capisce che lei nulla sa né mai nulla saprà della scappatella. Due anni dopo Vandelli anche Lucio Battisti si cimentò col brano che venne inserito nel suo album di debutto. Una versione diversa, ma altrettanto se non più fascinosa e coinvolgente di quella proposta dall’Equipe 84, in cui l’artista rinunciò del tutto alle sonorità psichedeliche per affidarne l’arrangiamento ad una chitarra 12 corde, suonata in arpeggio, ai violini e al flauto. Proprio quella magica interpretazione riproponiamo oggi ai lettori.