Flat tax e quota 100, che cosa sta preparando il governo
Governo al lavoro su pensioni e flat tax in vista della Legge di Bilancio. Attesa in Cdm per metà ottobre e prima manovra dell’esecutivo giallo-verde, la legge allo studio – nelle parole del presidente del Consiglio Conte – dovrà essere “un piano finanziario che tenga i conti in ordine e che consenta al Paese di perseguire un pieno rilancio sul piano economico-sociale”. Una manovra, ha assicurato il premier, “nel segno della crescita nella stabilità”. Tra i pilastri della politica fiscale del governo, l’ormai famosa quota 100 sulle pensioni e la flat tax, misure entrambe targate Lega e approvate dalla metà M5S dell’esecutivo.
Sul fronte previdenziale, il governo è al momento al lavoro su due fronti: la quota 100 promessa da Salvini e le pensioni di cittadinanza volute dai Cinquestelle. Sul primo versante si stanno valutando i ritocchi alla Fornero riducendo l’età di ritiro dal lavoro con l’introduzione di quota 100. Il vicepremier leghista punta a 62 anni di età e 38 di contributi, mentre al Tesoro si lavora su 64 anni e 36 di contributi.
La seconda misura consiste nell’allineamento graduale dell’assegno dei pensionati indigenti (in totale 4,5 milioni) a quota 780 euro mensili, valore che l’Istat considera come soglia di povertà. Per avviare l’intervento si ragiona sul taglio delle pensioni d’oro, quelle superiori ai 4mila euro non giustificati dai versamenti contributivi, che porterebbero però una cifra esigua, circa qualche centinaio di milioni di euro.
Sul fronte delle tasse, saranno invece previsti due regimi semplificati per la flat tax. “La prima aliquota al 15% – ha spiegato all’AdnKronos il sottosegretario all’Economia, Massimo Bitonci – potrebbe riguardare chi ha ricavi fino a 65mila euro, senza contabilità e Iva” mentre si pensa “a un 5% in più, quindi flat al 20%, fino al tetto da 100mila euro di redditi”. Tra le novità possibili anche una mini flat tax con un’aliquota al 5%, per tre-cinque anni, per le start up di giovani under 35, con ricavi fino a 65mila euro. Sul tavolo del governo anche l’opzione di un taglio delle accise, la cedolare secca sulla locazione degli immobili commerciali, l’Ires al 15% per le società che reinvestono gli utili. Si ragiona anche su un taglio dell’Irpef, dal 23 all 22%. E’ possibile comunque che la riduzione slitti al 2020.
Per eliminare l’evasione fiscale abolire l’Irpef e lo Stato si finanzi solo con 4 aliquote di IVA, in modo che non sfugge nessuno ai doveri sociali essenziali, cominiando a ridurre i deputati a 400 ( in USA son 0 518) e i senatori a 60 , 3 per regione.Dato che lo stato protegge la vita, la salute, la giustizia per tutti in modo eguale le aliquote progressive sono illogiche, ingiuste e bloccano l’economia della Nazione.Quindi aliquote uguali per tutti, naturalmente se uno facoltoso compra una porsche o una ferrari pagherà molto di più di iva che non una popolare 500.