Non piace agli elettori leghisti il reddito di cittadinanza targato M5S
Riceviamo da Giancarlo Cremonini e volentieri pubblichiamo:
Da quando il governo giallo verde si è insediato, pochi mesi orsono, a Palazzo Chigi vi è stata una tacita divisione dei compiti tra i due vice premier. Salvini, in qualità di ministro degli Interni, si è dedicato esclusivamente alla questione immigrazione-ordine pubblico, ottenendo ottimi risultati e un ampio ritorno di immagine e di consenso tra il popolo italiano, prostrato da quattro anni di invasione biblica dal sud mediterraneo. Di Maio, da parte sua, si è dedicato alle questioni economiche ed occupazionali come l’Ilva e come il reddito e le pensioni di cittadinanza. Ora va detto che, paradossalmente, il successo avuto da Salvini nel ridurre di due terzi gli sbarchi va contro i suoi interessi in quanto il problema non viene più percepito dalla gente come emergenziale e vitale. La consapevolezza di avere un ministro che controlla bene i confini fa si che i cittadini si concentrino di più su altre questioni prettamente economiche. La storia di cento anni di elezioni politiche negli Stati Uniti ci ha insegnato che, alla fine di tutto, la gente vota tenendo la mano sul portafoglio perché è il benessere e il futuro delle famiglie quello che conta più di tutto. E qui iniziano i dolori, in quanto Salvini e la Lega hanno lasciato campo libero ai Cinque Stelle di presentare proposte che sono oggettivamente incompatibili con il dna della gran parte degli elettori della Lega. Di Maio fa bene a chiedere provvedimenti di tipo assistenziale che comportano enormi spese per il bilancio dello Stato in quanto il suo elettorato è composto di giovani disoccupati o sottoccupati che sperano di vivere con un sostanzioso assegno di cittadinanza magari arrotondando con un lavoretto in nero. Questo è il motivo per cui hanno votato Cinque Stelle. Non per grandi idealità ma nella speranza di ottenere qualcosa di concreto in cambio e basta andare su Di Maio Facebook e leggere i post dei suoi fan per rendersene conto. Ben diversa è la questione per Salvini e per la Lega. L’elettorato leghista è composto al novanta per cento di gente che lavora duro per portare a casa la “pagnotta”. Artigiani, piccoli imprenditori, commercianti, industriali, lavoratori dipendenti, operai. Ben pochi degli elettori della Lega beneficeranno del reddito o della pensione di cittadinanza. Tutta gente che vuole pagare meno tasse e che vede le spese assistenziali a fondo perduto proposte da Di Maio come il fumo negli occhi anche perché la grandissima parte di coloro che beneficeranno di tali sussidi sarà nel sud Italia. E che dire della proposta di Di Maio di tagliare le cosiddette pensioni d’oro che, al settanta per cento sono godute al nord? Un vero boomerang elettorale per la Lega. Una agenda economica, quella dei Cinque Stelle, che non solo non può piacere agli elettori leghisti ma che, obiettivamente, va contro i loro interessi. Salvini fino ad ora è riuscito a non far scoppiare il malcontento puntando tutto sulla immigrazione e ci è, onore al merito, riuscito molto bene. Ma non può sperare di tirare avanti fino alle elezioni europee parlando solo di sbarchi e respingimenti e lasciando mano libera ai Cinque Stelle di approvare provvedimenti che vanno a danneggiare gravemente la sua base elettorale. Prima o poi il popolo della Lega si renderà conto che dovrà pagare più tasse per finanziare tali provvedimenti e che i soldi pagati molto difficilmente resteranno al nord. L’auspicio, quindi, è che Salvini incominci finalmente a dire no alle richieste più assurde e di stampo pauperista dei Cinque Stelle prendendo le difese di quei ceti produttivi e imprenditoriali che sono il suo autentico bacino elettorale. Se non lo farà, finita prima o poi l’ubriacatura mediatica sulla immigrazione e sugli sbarchi, i nodi verranno al pettine e dovrà pagare un pesante dazio per non aver curato l’aspetto economico e finanziario dell’azione del governo di cui fa parte.
Veramente l’Autostrada è la Milano-Sesto Calende, La deviazione per Varese nasce on secondo momento e poi arriva la successiva deviazione per Como, così diventa l’autostrada dei laghi. L’obiettivo era di arrivare a Stresa in tempi più brevi.
Come dice il filosofo olandese Van Parjis il reddito di cittadinanza spetterebbe a tutti i cittadini (naturalmente di vecchia data) perchè la maggior ricchezza della nazione l’hanno prodotta i nostri antenati e non potendo risalire ai loro apporti va dato a tutti in parti uguali, ricchi e poveri, lo chiama ” base income”.
Come vorrebbero fare M5S non va bene, e non ci sarebbero nemmeno i soldi. Visto vogliono partire dai diciottenni !! e con 780 Euro. Bisogna prima di tutto aiutare categorie mirate. Per esempio over50 soli, senza titolo di studio, e con acciacchi di salute ma non abbastanza per avere i 300 euro dell’invalidità. Quindi persone che non potranno MAI trovare lavoro, sopratutto con l’italia ridotta in queste condizioni. Italiani soli e con reddito ZERO !! lasciati a marcire nell’indifferenza totale. Anche 300 Euro sarebbero la salvezza per questi. Che ovviamente verrebbero revocati nel caso ben remoto che qualcuno offrisse loro un lavoro. In questo caso passerebbero da 300€ a 1000€ per esempio e avrebbero tutta la convenienza a acettare. Questa sarebbe giustizia. Ovviamente immigrati esclusi si intende,
concordo bella analisi
se ai leghisti non piace
per noi, strategicamente parlando è un vantaggio!
Fino a che la Lega non si metterà in testa di diventare un partito Nazionale, veramente,
e non solo locale, per noi, a parte l’amore per la Patria tutta e la Tradizione, è meglio perché non sarà in grado di intercettare i nostri potenziali voti al Sud Italia (malgrado oggi sia, la Lega, estremamente attrattiva)
ed infatti, i m5s hanno capito ciò e ne hanno beneficiato con i tantissimi voti del Sud
La Lega ha dei limiti intrinseci, parla e vede, per prima, i problemi del Nord e gli elettori del Nord che non gli perdonerebbero una delocalizzazione Politica.
Noi, che non abbiamo referenti solo locali, possiamo (anzi dobbiamo, vista la notra ricchiezza culturale e coerenza) approfittare di ciò
ED ESPANDERCI AL SUD, attingendo a piene mani alla cultura della destra sociale condita da tanto buon senso (che di certo non ci manca).
Nel Sud dovremo vedercela coi m5s che però non sono coerenti, sono poco credibili (vista la inconsistenza delle loro, imberbe, radici culturali) ma sono solo molto mediatici.
Conquistato il sud potremmo, finalmente, realizzare almeno in parte il nostro programma a vantaggio dell’Italia e degli Italiani tutti (anche quelli all’estero).
Dobbiamo solo avere fiducia in noi stessi e nei nostri valori che stanno tornando in auge un po ovunque (vedi Bannon ad Atreju).
CORAGGIO!