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Un’altra bocciatura per il Jobs Act di Renzi sulle indennità di licenziamento

Un’altra bocciatura per il Jobs Act di Renzi sulle indennità di licenziamento

Home livello 2 - di Monica Pucci - 26 Settembre 2018 alle 17:01

La Consulta boccia il criterio di determinazione dell’indennità di licenziamento contenuta nel Jobs act. La Corte costituzionale ha infatti dichiarato “illegittimo l’articolo 3, comma 1, del Decreto legislativo n.23/2015 sul contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti, nella parte – non modificata dal successivo Decreto legge n.87/2018, cosiddetto ‘Decreto dignità’ – che determina in modo rigido l’indennità spettante al lavoratore ingiustificatamente licenziato” spiega una nota. In particolare, la previsione di un’indennità crescente in ragione della sola anzianità di servizio del lavoratore è, secondo la Corte, “contraria ai principi di ragionevolezza e di uguaglianza e contrasta con il diritto e la tutela del lavoro sanciti dagli articoli 4 e 35 della Costituzione. Tutte le altre questioni relative ai licenziamenti sono state dichiarate inammissibili o infondate. La sentenza sarà depositata nelle prossime settimane.

Oggi, intanto, il ministro per lo Sviluppo economico Luigi Di Maio ha difeso alla Camera il suo decreto Dignità: “Non c’è alcun dato che testimoni la perdita di posti per il Decreto Dignità, che è stato concepito per stoppare il dilagare del precariato, causato non solo dal Jobs Act ma anche da tante norme come il Jobs Act”, ha sottolineato in Question Time il vicepremier, che ha spiegato come “con il Decreto Dignità abbiamo iniziato a disincentivare il ricorso ai contratti a tempo determinato”- “Dal primo giorno di entrata in vigore” del decreto – ha aggiunto – seguiamo e raccogliamo le questioni applicative che ci vengono sottoposte”. “Non appena raccolti i feedback, provvedremo alla diffusione dei chiarimenti che si riveleranno necessari. Non abbiamo nessuna intenzione di creare difficoltà alle imprese”. La cassa integrazione per cessazione sarà reintrodotta “nel decreto urgenze”, ha aggiunto il ministro  citando a tale riguardo le “storture del Jobs act”. In tal modo “cominceremo a dare risposte a quei 189 mila lavoratori che rischiano di rimanere in mezzo alla strada” ha detto Di Maio che ieri pomeriggio ha incontrato i sindacati dei metalmeccanici dando loro “garanzie” proprio sul rifinanziamento della cassa integrazione per cessazione.

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C'è un commento:

  1. Rolando Possentini ha detto:

    Il Job Act un fallimento anche in America..ora Renzi si crede Mr. Obama e non più Mr. John Kennedy!!!ma USA la tua mente!!!!!!

26 Settembre 2018 alle 17:01