Vendita ricambi tra privati: quale garanzia?

13 Set 2018 17:43 - di Inforicambi.it

Si fa un gran parlare di compravendita usato tra privati e delle eventuali relative garanzie a tutela dell’acquirente. Inutile esporre qui il panorama normativo che regola il tema, visto che da una parte il Legislatore ha voluto evidentemente “risparmiare” a questo canale di transazioni una serie di obblighi per la cui gestione si sarebbe resa necessaria una struttura professionale. Dall’altra tuttavia, questo stesso “canale” ha vissuto più di altri la profonda trasformazione ed influenza derivata dalla diffusione della rete e dalla proliferazione di supporti informatici per promozione e vendita. Al punto che la compravendita di autoricambi in rete (secondo una recente ricerca della piattaforma Ebay è una attività che interessa quasi 15 milioni di italiani, con un numero di operazioni tali da raggiungere la cifra record di una transazione ogni pochi secondi in termini di componenti ed accessori per auto, moto, veicoli commerciali. Ovviamente, sulle piattaforme web, non sono solo i privati ad offrire pezzi di ricambio. Ma certo la facilità con cui un supporto web consente non solo di “caricare”, presentare e descrivere un pezzo; ma addirittura di poterlo indicizzare per una più efficace visibilità per chi cerca. Sono peculiarità del tutto estranee ad un tempo, neppure troppo passato, in cui l’unica vetrina per pubblicare annunci era la carta stampata delle riviste periodiche (Porta Portese, La Pulce, Portobello, ve li ricordate?).

L’insostenibile leggerezza del web rispetto al passato

E senza dimenticare che il costo “per operazione” è il più delle volte risibile: l’iscrizione a molte piattaforme è gratuita, gli “alert” consentono di visualizzare le attività in qualunque momento e sede da remoto, pertanto gli unici costi “vivi” di una vendita sul web corrispondono al costo strumentale (smartpohone o pC) ed all’abbonamento internet. Dunque, le opportunità del web per le transazioni di pezzi di rcambi auto e moto sono infinite e tutte (o quasi) alla portata anche di chi non sia per forza un ingegnere Informatico. Chiaro che in un comparto che muove 13 miliardi di euro all’anno solo in Italia (fonte ANFIA) nulla si può considerare di scarso rilievo.  Perché è chiaro che nella vendita di ricambi, fisica o sul web, insistono non solo i professionisti (Distributori, Agenti, Officine, etc…) che su questo basano il loro risultato aziendale annuale, ma sono presenti anche soggetti privati che sporadicamente o con continuità propongono in commercio sia comuni pezzi di proprietà non più necessari in magazzino, sia parti speciali (ricambi di auto d’epoca o di scarsa diffusione, ad esempio) che molto spesso vengono veicolati anche attraverso forum di appassionati e gruppi.

Vendita ricambi tra privati . A cosa fare attenzione?

Rispetto ad altri beni di consumo, la transazione su un ricambio auto o moto presenta delle peculiarità non di poco conto alle quali porre attenzione. A differenza ad esempio di altre categorie merceologiche, l’identificazione dell’articolo rispetto alla serie di annunci si svolge largamente mediante marca e modello dell’ auto/motoveicolo, piuttosto che attraverso il “Codice Ricambio”, tuttavia la corrispondenza tra le due voci potrebbe non essere sempre inequivocabile, soprattutto quando parliamo di veicoli molto vecchi o di scarsa diffusione.  Per questo tipo di “rischio” non basta a volte confrontare la scheda tecnica o di presentazione dell’articolo sull’annuncio. E questo aspetto è noto a chiunque, anche a chi presso un ricambista  “fisico” si avventuri alla ricerca di un pezzo di ricambio anche disponendo all’istante di telaio e libretto del modello specifico oggetto della ricerca. Pensiamo ad esempio a pezzi di una certa articolazione come alternatori, motorini di avviamento, piantoni sterzo o anche si pensi alla differenza di equipaggiamento di alcuni modelli omologhi ma prodotti in stabilimenti diversi. La seconda questione (in caso ci si sia salvati dalla prima) riguarda invece la funzionalità, a seconda della quale si può eventualmente parlare di “vizio”..

La regola del “visto e piaciuto” vale anche per i ricambi?

I rcambi in offerta potrebbero essere sia “nuovi” che “usati”. I primi non sono esenti da rischi potenziali a differenza dei secondi. Ad esempio parti di ricambio in gomma (cinghie, silent blocks, paraolio, guarnizioni ma anche pneumatici) potrebbero essere talmente vecchie o state conservate talmente male da mettere l’acquirente di fronte al rischio di una cinta che si strapperà malauguratamente o di un paraolio deformato che comincerà a perdere. Stesso discorso ad esempio per i filtri in materiale cartaceo o di tessuto. Più prevedibili i rischi potenziali per i pezzi usati, le cui condizioni andrebbero osservate direttamente in modo fisico. Cosa impossibile, ovviamente, in caso di acquisto da remoto. Una domanda che ci si può porre in questo caso è : “vale la regola del visto e piaciuto?”. Non potendo il sottoscritto rispondere in termini giuridici, perché non sono un avvocato, ricordo il combinato disposto dell’Articolo 1490 del C.C.: “Il Venditore è tenuto a garantire che il bene venduto sia immune da vizi che lo rendano inidoneo all’uso a cui è destinato, ovvero ne diminuiscano in modo apprezzabile il valore”. Anche escludendo la “malafede” di cui parla il Comma 2 dello stesso articolo, è chiaro che “i vizi” riferibili ad un pezzo di ricambio sono un vero e proprio ginepraio, come anche la determinazione giuridica dell’eventuale responsabilità del venditore. Gli esempi potrebbero essere migliaia: un albero motore usato, acquistato in rete e montato, in caso di “rottura” dopo pochi chilometri. A chi addebitare la rottura? Al venditore che ha nascosto un vizio (magari l’albero aveva già subito un grippaggio)? Al trasportatore che ha nascosto un urto importante del pezzo durante il viaggio? O all’acquirente che a sua volta potrebbe aver assemblato e montato in modo errato lo stesso albero? Non parliamo poi dei pezzi legati alla parte elettrica od elettronica di auto e moto. Certo, capisco che l’articolazione di questo articolo non tranquillizza per forza di cose, ma mi sembrava importante lasciare traccia di una riflessione congiunta che è funzionale ad una presa di coscienza collettiva cui non ci si abitua spesso. Il pezzo di ricambio di un’auto non può essere legato solo o soprattutto alla logica del minor prezzo. Ne va della funzionalità del mezzo e della sicurezza di chi lo abita.

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