2 agosto, restituita la dignità professionale e politica a Marc’Antonio Bezicheri
Da Massimiliano Mazzanti riceviamo e volentieri pubblichiamo
Caro direttore,
rimandando a domani una cronaca esaustiva della significativa testimonianza di Mauro Ansaldi al processo contro Gilberto Cavallini – testimonianza voluta dalla “parte civile” che, anche in questo caso, sembra aver segnato un’autorete – e resa tristemente particolare dal lutto che il teste ha dovuto registrare nelle more dell’udienza stessa (la morte del padre, a Torino), è più che doveroso riferire subito un passaggio che ha reso onore al compianto Marc’Antonio Bezicheri, già consigliere provinciale e dirigente del Msi-Dn e valentissimo avvocato impegnato nei precedenti processi per la strage del 2 agosto ’80. Rispondendo a una domanda specifica dell’avvocato Andrea Speranzoni, legale di punta delle parti civili, in cui veniva ricordata l’accusa – mossa proprio da Ansaldi e secondo la quale Bezicheri avrebbe svolto, quando tutelava gli imputati in aula, un ruolo di “messaggero” tra carcerati, latitanti e militanti ancora in libertà dell’area eversiva di destra – il teste ha voluto non solo smentire le sue precedenti dichiarazioni, ma, visibilmente commosso, si è anche scusato e ha detto di <vergognarsi> d’aver coinvolto ingiustamente l’avvocato bolognese in una vicenda che costò allo stesso Bezicheri un anno di carcerazione. Per completezza d’informazione, Bezicheri anche all’epoca vide riconoscere la sua estraneità all’accusa – fu prosciolto in istruttoria -, ma il felice esito giudiziario non cancellò né la detenzione patita né, almeno in modo così completo, almeno in certi ambienti politico-giudiziari, il sospetto che di qualche informazione si fosse fatto latore presso chissà chi. Oggi, con l’autosmentita categorica e pubblica di Ansaldi – il quale in privato aveva già chiesto e ottenuto il perdono di Bezicheri, quando era ancora in vita -, nessuno potrà mai più mettere in dubbio la dirittura professionale, umana e anche politica di un dirigente missino che pagò in tanti modi, anche con la galera, il suo impegno per cercare di raggiungere la verità sui sanguinosi fatti oscuri che macchiarono la Repubblica.
Sono successe cose terribili ed ancora succedono