“Dall’omosessualità si può guarire”: a processo per diffamazione Silvana De Mari

30 Ott 2018 15:54 - di Giulia Melodia

Il Torino Gay Pride ha presentato un esposto contro Silvana De Mari accusandola di aver offeso con le sue teorie e le sue dichiarazioni sul mondo omosessuale l’intero e variegato universo arcobaleno: e così oggi la dottoressa De Mari – ex medico ospedaliero, oggi psicoterapeuta – è finita alla sbarra a Torino.

Ha sostenuto che dall’omosessualità si può guarire: dottoressa alla sbarra

L’offesa portata al mondo omosessuale è racchiusa nella teoria estremista e indifendibile da lei più volte esposta per iscritto e in pubblico secondo cui l’omosessualità va intesa come “malattia” e non come un orientamento sessuale. Inoltre la De Mari dipinge scenari apocalittici: «Se gli uomini continueranno ad avere rapporti con altri uomini assisteremo a una catastrofe mondiale». In tribunale, come riporta un servizio de il Giornale.it, la De Mari ha anche parlato della sua «gravissima preoccupazione riguardo soprattutto la situazione sanitaria – i casi di Aids, gonorrea, sifilide sono in aumento. Se gli uomini continueranno ad avere rapporti sessuali con altri uomini assisteremo a una catastrofe mondiale». E a sostegno delle sue convinzioni proprio oggi al pm la De Mari ha sottolineato che, invece, il sesso praticato da donne omosessuali non procurerebbe alcun danno a differenza del sesso tra uomini «che moltiplica per nove il rischio di contrarre malattie sessualmente trasmissibili».

«La sessualità è tra uomo e donna ed è finalizzata alla procreazione»

Ma, aggiunge sempre in aula nella spiegazione della sua teoria medico-sociale l’imputata, «per la mia esperienza personale l’omosessualità è una situazione da cui si può comunque uscire, è possibile guarire». Una teoria estrema e non suffragata da dati scientifici, che ha trasformato la De Mari ina nemica per la comunità omosessuale e che l’ha portata oggi in aula a rispondere di quelle teorie giudicate offensive.

Nei mesi scorsi il gup Paola Boemio aveva respinto la richiesta di archiviazione avanzata dal pubblico ministero Enrico Arnaldi Di Balme, disponendo il rinvio a giudizio: così oggi, al processo al suo avvio, si sono  costituiti parti civile il Comune di Torino, il Coordinamento Torino Pride e la Rete Lenford. Una platea risentita a cui, come riferito da il Giornale sopra citato, «la dottoressa ha spiegato che “il tubo digerente serve per digerire, mentre il sesso anale provoca danni e questo in biologia significa disordine”. Poi ha rincarato la dose: “La sessualità è tra uomo e donna ed è finalizzata alla procreazione. Quando non è così si tratta di un disturbo”.

Commenti

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  • MAX 3 Aprile 2020

    non si tratta di stabilire se la dottoressa abbia torto o ragione. Non guardiamo il dito, guardiamo la luna. Il problema GRAVISSIMO è che un medico, una psicoterapeuta, è stata rinviata a giudizio per avere espresso una sua opinione. Roba da Medioevo. Ricordo a tutti che l’omosessualità, fino a non molto tempo fa, era inquadrata nosograficamente nel DSM, ovvero il manuale statistico e diagnostico dei disturbi psichiatrici; in seguito è stata espunta ( motivi di politically correct ?… Non vi sono , attualmente, chiare evidenze scientifiche che dicano che l’omosessualità NON sia una disturbo d’identità di genere così come non vi sono evidenze chiare del contrario)

  • Piero 2 Novembre 2018

    L’omlsessialità è una variante naturale del comportamento umano. Questa è la definizione scientifica dell’OMS. Inoltre l’omosessualità è presente in molte specie animali, ed è molto comune nei Primati. L’ omosessualità fa parte dunque della natura e NON MINACCIA LA CONSERVAZIONE DELLE SPECIE perchè riguarda soltanto una parte degli individui della popolazione, che può continuare a riprodursi attraverso gli individui eterosessuali e i bisessuali. Alcuni studiosi ipotizzano che l’omosessualità possa essere un meccanismo regolatore delle nascite per evitare un sovraffollamento della popolazione. Mi sembra assurdo continuare a stigmatizzare l’omosessualità, che nella maggior parte dei casi non è una libera scelta ma un orientamento naturale a volte difficile da accettare. Come Cristiani bisognerebbe comprendere, ascoltare e accettare integralmente le persone che vivono questa condizione. Ciascun Cattolico dovrebbe per un momento provare a pensare come si sentirebbe e cosa proverebbe se si trovasse in queste condizioni o se il proprio figlio o figlia fosse omosessuale.

    • Gabriele 5 Novembre 2018

      Purtroppo non tutti lo capiscono, continuano a sentirsi superiori all’OMS e agli organi di medicina ufficiali.
      Qui sotto si parla di “minimo di conoscenza di biologia” come se tutto potesse ridursi a due regolette imparate alle medie su come funziona la riproduzione.
      Poi arriva un medico a caso, che dice il contrario degli organi ufficiali e subito “finalmente la comunità scientifica dice la verità”. Mi domando veramente a questa gente cosa cambia chi va a letto con chi, e chi sposa chi. Chissà che cosa gli toglieranno mai gli omosessuali a sta gente.

  • Corrado 1 Novembre 2018

    La cosa più grave è che si sia istituito un processo alla libertà di espressione e di pensiero. Violando l’art.21 della Costituzione Italiana. Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

  • Giovanni Passeri 1 Novembre 2018

    Finalmente la voce della ricerca scientifica esprime a chiare lettere ciò che, per chi ha un minimo di conoscenza di biologia, è un fatto scontato: la natura ha introdotto la sessualità per un preciso scopo, che è quello della conservazione della specie, ogni altro uso è una deviazione.
    E’ un’assurdità che un tribunale impieghi il suo tempo, pagato dai contribuenti, per imbastire un processo a difesa del “L’orgoglio omosessuale”.

  • Emma 1 Novembre 2018

    L’omosessualità non è una malattia, quello che ha detto la dottoressa è indice di ignoranza. Mettetevi l’anima in pace che fastidio vi danno? Basta dire cavolate perché non vi stanno bene!

  • Giulia Reggio 31 Ottobre 2018

    Sono pienamente d’accordo con la dottoressa De Mari e rimango dalla mancanza di libertà di parola e pensiero, siano alla ghigliottina!?!?! Nel XX secolo!

  • Paolo Romano 31 Ottobre 2018

    “La sessualità è tra uomo e donna ed è finalizzata alla procreazione. Quando non è così si tratta di un disturbo”. Serve aggiungere altro?

  • Rita Coltellese 31 Ottobre 2018

    Un’opinione come medico non può considerarsi offesa per nessuno. Si può obiettare che la dottoressa si sbaglia, ma che un magistrato la rinvii a giudizio nonostante il PM abbai chiesto l’archiviazione è assurdo e preoccupante

    • Corrado 1 Novembre 2018

      La dottoressa ha detto solo la verità senza offendere nessuno.

      • Gabriele 5 Novembre 2018

        Corrado, la verità la dice la comunità scientifica nel suo insieme, non una dottoressa a caso… Organizzazione Mondiale della Sanità, gli ordini dei Medici e degli psicologi, dicono l’esatto contrario.
        Mi pare che le sue credenze personali le offuschino il giudizio.

  • Mauro 31 Ottobre 2018

    L’umanità è giunta ad un tale grado di depravazione che chiunque dica che il sesso a**le è palesemente una violenza e una forzatura contro natura viene deriso ed emarginato. Il diavolo ha lavorato molto bene negli ultimi decenni traviando molte menti, direi.

  • Elio 31 Ottobre 2018

    Lei parla di libertà di opinione. Ma quale quella sbagliata. Come si può affermare che l’omosessualità è una malattia da cui si può guarire. Ho l’impressione che stia avanzando un pensiero che ci riporta ad un passato che sembrava ormai sopito.

    • Ugo 1 Novembre 2018

      finchè non viene dimostrata scientificamente la verità in un verso o nell’altro, chiunque può dichiarare la propria opinione senza essere perseguitati in nessun modo ! compreso quello che il Sig. Elio ha scritto:” Ho l’impressione che stia avanzando un pensiero che ci riporta ad un passato che sembrava ormai sopito”.

  • Giuseppe La Porta 31 Ottobre 2018

    Sono completamente d’accordo con la dott.ssa Silvana De Mari e mi vergogno di questa giustizia che manda sotto processo una dott.ssa che esprime una tesi e un pensiero suffragata peraltro da dati clinici. La libertà d’opinione e di manifestazione del pensiero in Italia è seriamente compromessa . Abroghiamo tutte le norme liberticide e non diamo spazio nelle aule di tribunale a farneticanti censori del pseudo socialpoliticamente corretto . Le idee si combattono con le idee e non con il carcere o la minaccia di sanzioni pecuniarie. Solidarietà piena alla do.ssa.

  • Massimilianodi SaintJust 30 Ottobre 2018

    Povera Italia, ormai ci vuole la shaaria!

    • Gabriele 5 Novembre 2018

      Ma come, quando si parla di omosessuali improvvisamente gli arabi nemici della nostra cultura sono ben accetti con la shaaria? Caspita, ci vuole proprio poco per trovare un nemico comune e diventare amici coi “nemici”.

  • VIRGILIO BARONI 30 Ottobre 2018

    Sostengo che la Dott.sa De Maria abbia piena ragione, se soltanto si una la ragione. L’atto sessuale è l’apice si un rapporto intimissimo d’amore fra un uomo e una donna. Ogni altra forma di “fare all’amore” anche quello a pagamento fra un maschio e una femmina e/o fra persone dello stesso sesso, rappresenta una deviazione a cui si può porre rimedio, basta volerlo. Gli esempi di guarigione sono numerosi.

  • Pino1° 30 Ottobre 2018

    Ho dimenticato e quindi, aggiungo. ”L’orgoglio omosessuale,, non mi risulta, ad oggi che sia una persona. Le hanno ‘dedicato’ una denuncia, dal momento che, pur esistendo l’istituto dell’esposto questo non viene normalmente preso in considerazione, ma si vede che la pruriginosità alberga anche nei tribunali, ci sono firme di esseri viventi o del legale che li rappresenta.
    Dal momento che un Medico di provato valore viene denigrato ed impedito alla serena vita che gli è dovuta per quanto ha fatto per l’umanità, quelli sono i nomi ai quali chiederà i danni che le vengono causati