Egitto, oltre 450 terroristi uccisi nell’operazione militare “Sinai 2018”
L’esercito egiziano stima che siano oltre 450 i jihadisti uccisi nella Penisola del Sinai da quando, otto mesi fa, è iniziata l’offensiva militare dell’Egitto contro i terroristi dello Stato Islamico (Isis), voluta dallo stesso presidente Al Sisi. Durante l’operazione avrebbero perso la vita anche trenta soldati dell’Egitto. Denominata “Sinai 2018”, l’offensiva sul larga scala è stata lanciata a febbraio per liberare il Sinai dalla presenza dell’Isis dopo l’ennesimo attacco jihadista contro una moschea nel nord della Penisola, la moschea di al Rawda, uno delle più grani dell’Egitto, costato la vita a oltre 300 persone. L’esercito ha quindi risposto alle critiche dei diritti umani circa l’impatto della campagna militare nel Sinai sulla popolazione civile. Secondo i militari, i cittadini sostengono l’operazione e ricevono aiuti umanitari. “Sinai 2018”, operazione congiunta delle forze armate e del ministero dell’Interno egiziano, è scattata il 9 febbraio scorso. Si tratta di un’operazione imponente, alla quale partecipano carri armati, mezzi blindati, Humvee forniti dagli Usa all’Egitto, i soldati sono dotati delle attrezzature più moderne, come i visori notturni, oltre a mezzi aerei, navali e alla polizia di frontiera. Forze di sicurezza e di intelligence, insieme a personale meico, sono affluiti nel Sinai da tutto il Paese. Durante i primi giorni dell’operazione le scuole furono chiuse e quasi tutte le strade furono bloccate dall’esercito. Israele ha consentito che gli egiziani spostassero truppe in misura molto maggiore di quanto previsto dagli accordi di pace. Secondo il governo dell’Egitto, l’Isis nel Sinai è stato ridimensionato ma non battuto, poiché ha ancora una presenza preoccupante nella zona.