Libri, Mussolini batte l’eroina rossa Gerda Taro, vittoriosa allo Strega
Il numero di copie vendute non fa un capolavoro, e questo è sicuramente vero. Tuttavia è un segno che comunica qualcosa e in qualche modo rispecchia una tendenza. E la classifica dei libri più venduti in queste settimane è interessante proprio per questo. Al primo posto, indisturbata icona di un’Italia devota alla religione del pallone, svetta Francesco Totti col suo libro Il Capitano. Al terzo si piazza Antonio Scurati, col suo “romanzo” M, il figlio del secolo (Bompiani), che racconta in una forma narrativa fluida e aderente ai fatti l’ascesa del fascismo in Italia fino al delitto Matteotti. Più che un romanzo, quello di Scurati è una cronaca che affonda in memorie rimosse, un dettagliato diario dal quale, pagina dopo pagina, Benito Mussolini emerge – malgrado l’autore e forse a dispetto delle sue intenzioni – davvero come statista acuto, politico lungimirante, capo carismatico destinato a grandi imprese. Dietro lo schermo del romanzo (anche se il suo libro romanzo non è) l’autore può permettersi il lusso di non esprimere giudizi morali, di non obbedire ad alcun pregiudizio. E così ciò che avvenne viene squadernato senza omissioni: la cieca e distruttiva violenza dei socialisti e delle leghe contadine, l’altrettanto violenta e spietata reazione dei fascisti.
Solo al settimo posto nella classifica dei libri più venduti incrociamo invece il romanzo vittorioso al Premio Strega, La ragazza con la Leika. Il romanzo, pubblicato da Guanda, racconta la storia di Gerda Taro, la prima fotoreporter morta su un campo di battaglia a 26 anni. Gerda, nata da una famiglia di ebrei polacchi, ex aderente al partito comunista tedesco e in fuga dalla Germania nazista, diviene a Parigi la compagna del famoso fotografo Robert Capa e muore durante un reportage sulla guerra civile spagnola. Ribelle, antifascista, indipendente e amante dell’avventura. Figura interessante ma comunque di nicchia, impossibilitata a competere con quel grande feuilleton nazionalpopolare che fu il fascismo prima di trasformarsi in tragedia e sconfitta e ancora in sanguinosa guerra civile.
Per singolare coincidenza subito dopo M, il figlio del secolo, troviamo un romanzo che si richiama alla stessa epoca. Al quarto posto nei gusti dei lettori italiani si piazza infatti Le assaggiatrici di Rosella Postorino, vincitore del premio Campiello. Hitler e il nazionalsocialismo guardati dal basso, dallo sguardo delle donne costrette ad assaggiare i suoi pasti per prevenirne l’avvelenamento. Uno sguardo che è stato lo stesso per tanti sopravvissuti alle tempeste del Novecento.