“Ezra in gabbia”: in scena a Venezia la pièce dedicata al genio sofferente di Pound
Innamorato della Bella Italia, libero e visionario, rinchiuso per 13 anni in un manicomio criminale. A 70 anni dalla pubblicazione dei Cantos pisani, il Teatro Stabile del Veneto rende omaggio a Ezra Pound, che la critica ufficiale ancora etichetta con la definizione (buona per tutte le stagioni), di “uno dei più controversi” scrittori del Novecento.
Un omaggio a Pound fuori dal coro
Ezra in gabbia, interpretato da uno strepitoso e sofferente Mariano Rigillo, in scena per la prima nazionale il 16 novembre al Teatro Goldoni di Venezia, è scritto e diretto da Leonardo Petrillo, attore e scrittore teatrale, e coprodotto con Officina del Teatro Italiano. Una pièce teatrale che per la prima volta risarcisce Pound di decenni di ostracismo ideologico e culturale. Ezra in gabbia ritrare le “ossessioni” di Pound: per la giustizia, per la libertà, contro l‘usura che corrode il mondo. È un tributo a un artista che ha anticipato con visioni rivoluzionarie il futuro accidentato dell’Occidente contemporaneo. E che da sempre “abita” le librerie personali di giovani ed ex-giovani ribelli accanto a Louis-Ferdinand Céline, Junger, Dostoevskij, Sandor Marai, Michelstaedter, D’Annunzio, Berto Ricci e chissà chi altro… Al centro del palcoscenico Mariano Rigillo, con la sua gestualità, la ricerca del silenzio, recita rinchiuso in una gabbia, quella nella quale nell’estate del 1945 Ezra Pound, già sessantenne, trascorse 25 giorni, nel campo di prigionia dell’esercito americano di Metato, a Pisa. Di giorno, sotto il sole cocente, l’Ezra evocato scatena la sua furia ieratica, di notte si immerge nel mondo poetico dei Cantos, evocati sulla scena da Anna Teresa Rossini. L’imponente metafora della gabbia rappresenta anche i 13 anni di reclusione che Pound passò nel manicomio criminale St. Elizabeths di Washington. Dopo 60 anni Pound torna nella gabbia per chiedere agli spettatori di giudicarlo e avere quel processo il suo Paese gli ha sempre negato.
Petrillo: ho messo in scena le ossessioni del poeta
«Quella che porto sul palco è l’ossessione dell’uomo Pound, che si sente inadeguato per non essere riuscito, se non a sprazzi, a far fluire carità e amore ma che difende la sua poesia, la scoperta delle incongruenze sociali e artistiche del mondo e degli uomini», spiega il regista Leonardo Petrillo, «il risultato è una messinscena che tutto mostra e tutto nega, dove la scena è spoglia, la musica diventa distorsione del reale e le videoproiezioni montano e smontano il concetto stesso di materia».
“VenEzra”: 5 mesi dedicati al poeta americano
Ma Ezra in gabbia è la tessera di un mosaico più ampio, “VenEzra”, un percorso culturale (5 mesi di incontri e approfondimenti) promosso dalla Regione Veneto con il patrocinio del Comune di Venezia e ideato da Francesca Barbi Marinetti, nipote di Filippo Tommaso Marinetti e dallo stesso Petrillo. Nel foyer del Teatro Goldoni l’anteprima sarà preceduta da due eventi: Pensieri e Versi, conferenza-spettacolo di Marcello Veneziani e Un’ora con Ezra Pound, con la proiezione dell’intervista televisiva di un giovane ed emozionato Pier Paolo Pasolini al poeta americano. Grazie agli archivi di Rai Teche e alla digitalizzazione della Cineteca di Bologna, per la prima volta dalla sua messa in onda viene presentato il colloquio integrale avvenuto nell’autunno del 1968 a Venezia tra l’autore degli Scritti corsari e Pound.
Un profeta della critica all’usura
«Ezra Pound è un titano della Poesia – commenta Federico Mollicone, tra i patrocinatori dell’evento – e un profeta contemporaneo della critica all’usurocrazia e alla speculazione finanziaria. Finalmente l’Italia rende onore a un grande del Novecento uscito dalla “gabbia” dell’odio ideologico per entrare nel pantheon degll immortali». Di “gigante” del pensiero moderno parla anche Elena Donazzan, assessore all’istruzione della Regione Veneto, «ma fu osteggiato per anni dalla cultura ufficiale perché non politicamente corretto. Fortunatamente intellettuali di ieri e di oggi, liberi pensatori e uomini di cultura hanno tenuto in vita il pensiero di questo straordinario poeta che merita di essere approfondito in tutte le scuole (in Italia e soprattutto a Venezia che ha scelto come ultima dimora) come la massima espressione della letteratura del Novecento».
[Ma dalla mia tomba sorga una tale fiamma di amore
che chiunque passi ne provi calore;
i gatti randagi si acciambellino
là dove non è lapide
e gli occhi delle ragazze scintillino al luogo non segnato
i rancori cessino
e un lento sopore di pace pervada il passante.]
(Canti Postumi, VI Pisa 1945,)
Ezra Pound (Hailey, 30 ottobre 1885 – Venezia, 1º novembre 1972)
straordinaria, folle, visionaria ma geniela ed utopica anche la sua “visione” del denaro, della moneta, ci vorranno altri 100anni affinché qualche economista talentuoso la prenda in considerazione e ne parli come alternativa capace di abbattere per sempre l’usura.
Genio poliedrico, unico nel Novecento dagli Aforisma scolpibili nella pietra.
Molto felice di questo omaggio, Ezra Pound era un grande!