In Cina l’ultima gaffe di Di Maio: chiama “Ping” il presidente Jinping
È capitata in Cina l’ultima gaffe di Luigi Di Maio. Il vicepremier ha clamorosamente sbagliato il nome del presidente Xi Jinping, chiamandolo “Ping”. Il diretto interessato, lì per lì, non se ne è accorto, ma l’imbarazzo è stato egualmente grande per la delegazione italiana. Dopo l’oltraggio ai congiuntivi, Di Maio ci mette insomma anche la storpiatura dei nomi.
Il vicepremier si trova nel grande Paese asiatico per partecipare al China International Import Expo , una mega-fiera del commercio voluta da Xi per dimostrare al mondo che la sua Cina non è solo un gigante delle esportazioni, ma anche un mercato che promette di comperare e importare dal mondo 40 mila miliardi di dollari di merci e servizi nei prossimi 15 anni.
La gaffe del «presidente Ping» è avvenuta mentre Di Maio spiegava alla comunità mondiale del business (è presente anche Bill Gates). Da lodare i riflessi del traduttore cinese, che ha corretto prontamente l’errore senza che l’uditorio di lingua mandarina si accorgesse dello svarione. Ma gli atri hanno sentito. E dire che, all’Expo di Shanghai, la presenza italiana è numerosa e di qualità: 190 aziende che spaziano dai beni di consumo e di lusso alla meccanica, le attrezzature mediche, i prodotti agroalimentari.
Visto che c’era, Di Maio poteva chiamare Xi Jinping, oltre che “Ping” anche “Pong”, in onore dello sport più diffuso in Cina.
Non si chiama neanche Jinping, si chiama Xi