Più che per l’Unione europea dobbiamo preoccuparci per i Btp…
Un cittadino italiano che avesse avuto centomila euro investiti in azioni a maggio/giugno 2018, all’atto della nascita del governo giallo verde, oggi si ritroverebbe con una somma compresa fra ottantamila e novantamila euro mentre un altro cittadino che avesse avuto centomila euro investiti in Btp oggi si ritroverebbe con una somma intorno ai novantamila euro. Al netto delle chiacchiere e dei vari proclami e di qualche successo nel settore della immigrazione e della sicurezza, questo disastro economico finanziario è quello che abbiamo ricevuto in dono dal governo in soli sei mesi. E il fondo del baratro non sembra ancora raggiunto visto che la Borsa continua a scendere e lo spread a salire, anche se quest’ultimo può essere influenzato da speculazioni internazionali. Per il momento comunque a pagare pegno sono solo i risparmiatori ma tra poco, con l’aumento del costo dei mutui, dei conti correnti e con le restrizioni alla concessione del credito, a pagare saranno tutti gli italiani e tutte le aziende che avranno sempre maggiori difficoltà a finanziarsi sul mercato. Dinnanzi a tali preoccupanti dati macro economici Salvini e Di Maio non recedono e continuano a ripetere il loro mantra. Loro tirano dritto ma, purtroppo, a pagare sono gli italiani, specie i risparmiatori, che vedono ogni giorno assottigliarsi il loro patrimonio e molti di loro sono già corsi ai ripari spostando i loro capitali in quei Paesi dell’Unione Europea che danno maggiore affidamento di volerli difendere e preservare. Qualcuno dice che Salvini sia perfettamente conscio della pericolosità della situazione ma che voglia tirare avanti fino a maggio 2019, vincere a mani basse le elezioni europee e diventale leader incontrastato. Ipotesi non irrealistica, visti i sondaggi e vista la totale incapacità di governare dei Cinque Stelle. Ma viene da chiedersi che tipo di Paese si troverà a guidare Salvini a maggio. Un Paese isolato in europa, con lo spread alle stelle, con le banche in default, con i cittadini spaventati che cercheranno sempre di più di portare i soldi all’estero e con le aziende incapaci di accedere al credito o di accedervi a tassi ragionevoli. In questi giorni si fanno molti sondaggi, ma l’unico sondaggio vero e attendibile sul governo è stata, in questi giorni, l’emissione dei Btp Italia a tasso variabile destinati ai risparmiatori italiani. Un fallimento drammatico. A fronte dei 2 miliardi raccolti a maggio il primo giorno questa volta sono stati raccolti solo 400 milioni. Una miseria. Questo vuol dire che gli italiani sui social mettono i like al governo ma, quando si tratta di cacciare i soldi, dimostrano di avere ben poca fiducia nel governo e nella stabilità dei conti pubblici. E vale la pena ricordare che se le aste dei titoli di stato vanno deserte il governo non avrà i soldi per pagare gli stipendi, le forniture e le pensioni salvo mettere una mega patrimoniale o congelare i bancomat e prelevare forzosamente i soldi degli italiani,o per meglio dire,di quegli italiani che ancora non li hanno espatriati. Qualche altro esegeta e futurologo dice che Salvini aspetta le elezioni europee per avere un Parlamento ed una Commissione europee più affini ed amichevoli e più sovranist oriented. Ma, a parte che i sondaggi per ora danno i sovranisti al venti per cento nel futuro Parlamento Europeo, bisogna ricordare che i cosiddetti sovranisti europei, tipo il premier austriaco, sono quelli che vogliono la punizione più severa per questo governo reo di non aver rispettato le regole europee. Non sono i popolari o i socialisti quelli più intransigenti verso la manovra italiana, ma le destre. Quindi non si riesce veramente a capire quali sia il piano di Salvini considerato che diciotto Paesi su diciannove sono contro di noi e che, al momento, non ci sta una sola nazione che abbia preso le nostre difese o condiviso la nostra linea in materia di aumento del deficit. In conclusione l’impressione è che, purtroppo, i due vice premier stiano giocando una partita a poker con l’Europa e con i mercati assai pericolosa dove le fiches sono i nostri risparmi e il nostro futuro. Che anche un falco come Savona, che di economia se ne intende, abbia detto di essere molto preoccupato dovrebbe suonare inquietante alle nostre orecchie e a quelle di Di Maio e Salvini. In campo economico finanziario il motto “molti nemici molto onore” non funziona e sarebbe bello e confortante che al governo qualcuno la capisse perché a distruggere risparmio e ricchezza è facilissimo. A ricostruirli invece è dannatamente difficile.