Sos povertà, quasi 600mila italiani non possono permettersi le cure mediche

13 Nov 2018 14:37 - di Elsa Corsini

Allarme povertà. Nel 2018, 539.000 poveri non si sono potuti permettere le cure mediche e i farmaci di cui avevano bisogno, mentre 13 milioni di persone hanno limitato le spese per visite e accertamenti. Lo afferma il Rapporto 2018 – Donare per curare: povertà sanitaria e donazione farmaci presentato a Roma.

Povertà in Italia: in troppi non possono curarsi

La richiesta di farmaci (993.000 nel 2018) è aumentata del 22% nel quinquennio 2013-2018, sottolinea il rapporto promosso dalla Fondazione Banco Farmaceutico onlus e BFResearch. A causa di spese più urgenti (perché non rinviabili), le famiglie povere destinano alla salute solo il 2,54% della propria spesa totale, contro il 4,49% delle famiglie non povere. In particolare, non possono permettersi di spendere più di 117 euro l’anno (con un aggravio di 11 euro in più rispetto all’anno precedente), mentre il resto delle persone può spendere 703 euro l’anno per curarsi (+8 euro rispetto all’anno precedente). Per le famiglie più povere inoltre, la quota principale della spesa sanitaria è destinata ai medicinali: 12,30 euro mensili, pari al 54% del totale.

Un’altra stima, questa volta di European House-Ambrosetti nel XIII Rapporto Meridiano Sanità, invece testimonia che l’Italia è tra i Paesi europei con i più alti livelli di resistenza agli antibiotici. Quanto al Vecchio continente, un recente report pubblicato dall’Oecd (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) a novembre 2018 ha cercato di stimare il burden economico, sociale e sanitario dell’antimicrobicoresistenza nei Paesi Oecd e Ue, ricordano gli esperti. I risultati hanno dimostrato come i livelli di antibioticoresistenza siano molto elevati in tutti i Paesi e come siano proiettati verso una ulteriore crescita, in particolare se si prendono in considerazione gli antibiotici di seconda e terza linea.

Commenti

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  • Laura Prosperini 13 Novembre 2018

    lo trovo abominevole, inoltre gli stessi fautori dell’austerity, confindustria in primis, appaiono ridicoli
    il settore farmaceutico (orrendo al suo interno e con conflitti morali mai approfonditi fra cura e ricavi…) stesso non tarderà ad accorgersi che con l’austerity cioè con i tagli, con le spending rewiew si arriva a soffocare completamente il mercato inerno e si deve sopravvire e fare profitti solo con l’estero (ciò, storicamente, non è mai stato possibile per una Nazione indistrializzata) ma solo in % e temendo i c.d. shock esterni da un momento all’altro (cioè fuori controlloe non gestibili internamente)!!!
    per cui sviluppo commerciale e aumento del PIL solo con politiche contrarie all’austerity
    dare maggior denaro a chi ha la necessita (!!!) di spenderlo affinché tutti se ne possano avvalere e facendo così crescere e consolidare la nostra economia.