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XFactor verso la finale con brio. E i giudici (inutili) vanno in tilt (video)

XFactor verso la finale con brio. E i giudici (inutili) vanno in tilt (video)

Cronaca - di Adele Sirocchi - 30 Novembre 2018 - AGGIORNATO 2 Dicembre 2018 alle 10:26

Ha ragione chi fa notare che, in questa edizione di XFactor, i giudici sono solo coach e non giudicano nulla. I concorrenti al ballottaggio escono perché lo decreta il pubblico: così è stato (salvo l’eccezione del primo eliminato Matteo Costanzo) per i Red Bricks Foundation, e ancora per Emanuele Bertelli, e a seguire per i Seveso Casino Palace e infine per Renza e per Sherol dos Santos, fuori dalla gara tra le proteste. La giuria non decide nulla e va sempre in tilt compiacendo gli umori del pubblico e di fatto decretando la propria inutilità.
Il fatto che Sherol, dotata di una vocalità potente ed emozionante, sia uscita dalla gara di XFactor 12 sta a dimostrare che al pubblico non interessa più l’interprete classico. Non si sprecano applausi per una nuova Dusty Springfield, non si cerca il talento di una Dalida nera. La voce straordinaria non basta. Si va a caccia di originalità e di personalità. E’ questo nuovo orientamento a premiare i due superfavoriti di questa edizione 2018 del talent show che riesce a tenere incollato alla schermo il pubblico giovanile: Martina Attili e Anastasio.

La prima ha una vocina accattivante e metamorfica, sa tenere il palcoscenico con arguzia magistrale nonostante i suoi 16 anni. In più ha presentato un inedito, Cherofobia (la paura di essere felici) che ha dato un nome non abusato, anzi piuttosto sconosciuto, alle crisi adolescenziali. Una canzone che rappresenta un tema vecchio e logoro, dunque, ma con un titolo che cattura. Il secondo, Anastasio, è un rapper che ama l’azzardo, canta una strofa di canzoni struggenti come Mio fratello è figlio unico o di capolavori come Another Brick on The Wall e addirittura di Stairway to Heaven e ci mette in mezzo le sue rime iperboliche e disperate. Al di là di queste performance senza dubbio straordinarie la ripetitività del gioco alla fine potrebbe persino stancare se anche lui, Anastasio, non fosse sorretto da un inedito, La fine del mondo, di fortissimo impatto: “Io sogno i led e i riflettori alla cappella Sistina/sogno un impianto con bassi pazzeschi/ Sogno una folla che salta all’unisono/ fino a spaccare i marmi fino a crepare gli affreschi. /Sogno il giudizio universale sgretolarsi e cadere in coriandoli sopra una folla danzante di vandali/ li vedo al rallenty miliardi di vite mentre guido il meteorite. /Sto puntando lì …”. Entrami, Martina e Anastasio, sono fuori dagli schemi, entrambi sembrano scelti apposta per spaccare e dividere. In più, sono seguiti e “allenati” dai due giudici più competenti del quartetto di X factor: Manuel Agnelli e Mara Maionchi.
Fedez nella puntata di giovedì ha tentato il colpaccio, riuscendoci, assegnando alla sua concorrente Naomi un brano difficilissimo che lei ha interpretato in modo superlativo, Look at me now di Chris Brown e Busta Rhymes. Una scelta che ha irritato non poco Manuel Agnelli che forse dava già per scontata l’uscita di Naomi dalla gara e ha visto invece sacrificata la sua beniamina Sherol. Agnelli ha criticato Naomi osservando che il suo era solo vistuosismo privo di identità. Fedez, risentito, ha osservato che semmai lo era far cantare Adele o Whitney Houston a Sherol. Scintille e lapilli, destinati a erompere di nuovo. Mara Maionchi resta invece di poche parole, potendo contare non solo su Anastasio ma anche su Leo Gassman, amatissimo dal pubblico femminile e già dotato di sicurezza canora. Lodo Guenzi continua imperterrito a non graffiare, perdendosi in giri di parole imbambolati stile-baci-perugina. E’ un giudice buonista, ma di un buonismo che ispira empatia. I raffinati Bowland, fanno tutto da soli, evocando atmosfere magiche e rarefatte. Bravissimi, ma troppo poco pop per poter vincere.

30 Novembre 2018 - AGGIORNATO 2 Dicembre 2018 alle 10:26