Un anno senza Matteoli, il commosso ricordo in Senato: “Un maestro di militanza”
“Quando il 18 dicembre dell’anno scorso è arrivata la notizia della sua morte, nessuno riusciva a crederci…”, ha gli occhi lucidi Anna Maria Bernini mentre ricorda all’affollata platea della Sala Zuccari, la figura di Altero Matteoli, morto in un inciente stradale un anno fa. “Nel 2008 – ha ricordato la Bernini – ero un’apprendista e da Altero ho imparato tutto. È stato un maestro che non amava gli imbellettamenti. Aveva la rara dote di sapere inquadrare i fatti nel modo di migliore. Una dote – ha sottolineato la presidente dei senatori azzurri – che spicca in un’epoca in cui preferiscono raccontare bugie consolatrici e illusorie”.
L’incontro della Fondazione delle Libertà
All’appuntamento organizzato dalla Fondazione della Libertà il clima non è stato quello della semplice rievocazione. In platea erano presenti esponenti di spicco di Alleanza nazionale (tra gli altri Alemanno, Bocchino, La Russa, Storace, Valentino) ed ex parlamentari (come Marco Martinelli) che proseguono il lavoro di Matteoli attraverso le attività della Fondazione. Ma la platea era allargata anche politici di altri partiti, che hanno voluto ricordare l’amico e il valente collega.
Verderami: “Matteoli un nobile professionista della politica”
L’incontro è stata aperto dal presidente del Senato, Casellati con un intervento non protocollare. All’evento, intitolato “Altero Matteoli: un pensiero che vive”, ha fatto da moderatore Francesco Verderami del Corriere della Sera, che ha voluto rendere omaggio alla valenza nobile dell’essere “professionista” della politica come sapeva essere Matteoli. E proprio attorno a questa definizione hanno virato gli interventi dei relatori-amici del politico toscano.
Cesa: “Non vedeva nemici, semmai avversari”
Lorenzo Cesa ha rievocato il rapporto “con l’Amico con la a maiuscola2. Nonostante le distanze politiche, l’ex segretario dell’Udc ha dedicato il suo intervento alle qualità umane di Matteoli. “Un avversario che sapeva essere duro e intransigente, ma che non perdeva il gusto della battuta”. Dal punto di vista politico, una personalità legata profondamente al territorio, che ha saputo fare tutta la trafila: da consigliere comunale a consigliere provinciale, da parlamentare a ministro”. E ogni riferimento ai politici improvvisati di oggi non è puramente casuale.
Gasparri: “Matteoli è morto da militante”
Maurizio Gasparri prima ha letto una toccante lettera del cardinale Camillo Ruini, insospettabile amico di Matteoli (“che non era propriamente un baciapile”) poi ha voluto invece emendare la definizione di “professionista” della politica in “militante” della politica. “Una politica militante fatta con passione – ricorda il senatore azzurro – quando c’era solo da perdere nel fare politica, soprattutto per chi era schierato a destra”. Gasparri ha voluto ricordare alcune parole care a Matteoli e alla sua visione politica. “A cominciare dalla parola Partito. Oggi quasi si vergognano a usare questa parola, lui ne andava fiero”. Come pure ha voluto ricordare l’orgoglio con il quale con Matteoli si è passati dal Msi ad An e poi da An al Pdl. “Passaggi obbligati e naturali, che Altero ha vissuto convintamente”. Anche Gasparri ha voluto ricordare un passaggio emblematico della vita politica del senatore di Forza Italia. “Il fatto di venire riconfermato a metà legislatura, quando il nostro partito era in drammatica minoranza, è stato la prova della stima trasversale di cui godeva Altero”. Una carriera politica e di totale militanza, confermata anche dalla sua morte. “È morto come l’ultimo dei militanti, mentre si recava a un incontro politico a Montecatini”.
Toti: “Altero manca a tutti noi”
Giovanni Toti, attuale governatore della Liguria, ha voluto soffermarsi sugli aspetti quotidiani di Altero. “Era uno splendido padrone di casa, uno sfegatato tifoso della Juventus, un grande intenditore di vini e un toscano dalla battuta sferzante”. Dietro le note di colore, l’apprezzamento per un gigante della politica italiana, un eccellente ministro dei governi Berlusconi. Oggi Altero si interrogherebbe sul futuro del centrodestra e sicuramente avrebbe indicazioni preziose per tutti noi. Un punto di riferimento come lui manca a tutti noi“.
Il toccante ricordo di Federico Matteoli
La testimonianza più bella ed emozionante è arrivata da Federico Matteoli, figlio 45enne di Altero. “Siamo riusciti ad andare avanti dopo lo strazio per la sua morte. C’è l’intenzione di portare avanti la memoria di mio padre con la Fondazione della Libertà. Abbiamo come punto di riferimento il suo insegnamento. In particolare, il rapporto privilegiato con le persone. Mio padre diffidava del web. Ai post su Facebook e ai like preferiva un incontro dove poteva guardare negli occhi l’interlocutore. Noi vogliamo proseguire sulla sua strada”.