Battisti, la polizia chiede la resa ai legali. Bolsonaro: «è con qualche complice…»
La polizia federale brasiliana, a caccia di Cesare Battisti, l’ex-terrorista dei Pac condannato in Italia a 2 ergastoli per 4 omicidi, tenta un’altra strada per arrestarlo dopo esserselo lasciato clamorosamente sfuggire. E ha contattato gli avvocati del terrorista rosso per convincerlo a consegnarsi alle forze dell’ordine.
Il messaggio, secondo il portale G1, non sarebbe, però, stato recapitato a Battisti poiché l’ex-terrorista rosso dei Pac non ha ufficialmente contatti con i suoi legali da almeno 5 giorni, da quando è stato emesso il mandato di arresto nei suoi confronti.
Il Brasile si sta giocando la credibilità internazionale su questa vicenda e ha gli occhi di mezzo mondo puntati addosso. Per questo la polizia federale ha telefonato agli avvocati del terrorista chiedendo loro di mediare per convincere Battisti a consegnarsi in maniera discreta, senza «grandi scandali».
E in un video diffuso attraverso i propri canali social, il presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, dice a proposito dell’ex terrorista: «E’ con qualche complice o è fuori dal Brasile».
Il presidente uscente, Michel Temer, ha firmato il decreto per l’estradizione in Italia. Battisti, spiega Bolsonaro, «è latitante».
«E’ un terrorista che ha fatto parte dei Proletari armati per il comunismo, ha assassinato quattro cittadini italiani, è stato processato e condannato. E’ riuscito a fuggire in Francia, la sua situazione non si è sviluppata in modo positivo e quindi è venuto in Brasile», è la ricostruzione del presidente brasiliano.
Ma dove potrebbe essere Battisti? In Bolivia l’ex-terrorista godrebbe dell’appoggio godrebbe dell’appoggio del vicepresidente boliviano Alvaro García Linera che all’inizio degli anni ’90 fu uno dei leader del movimento guerrigliero Tupac Katari.
Lì, però, Battisti rischierebbe comunque l’estradizione verso l’Italia.
Il trattato di estradizione tra Roma e La Paz risale addirittura al 1890.
Nel continente americano, sono altri i Paesi che Battisti potrebbe tentare di raggiungere, senza correre il rischio immediato di essere arrestato e rispedito in Italia.
Innanzitutto il Belize, attualmente governato dal partito di centro destra Udp, del premier Dean Barrow.
Sempre nella regione, altro Paese senza trattato di estradizione con l’Italia è la Giamaica, dove al governo si trova il Partito laburista, che a dispetto del nome è in realtà un partito conservatore..
Nell’elenco degli altri Paesi che non hanno un trattato di estradizione con l’Italia, figurano invece tutte mete particolarmente lontane geograficamente e difficili da raggiungere per una persona come Battisti, sulla quale ormai grava un mandato di arresto internazionale dell’Interpol: Capo Verde, Cambogia, Madagascar, Malesia, Namibia, Seychelles.
Secondo i media locali, il pubblico ministero federale del Mato Grosso do Sul aveva sollecitato in aprile e maggio il suo arresto o almeno il monitoraggio con una cavigliera elettronica, sostenendo che l’ex-terrorista comunista avesse un piano di fuga, con tanto di procura affidata ad un amico per movimentare il suo conto bancario.
Le richieste erano però state respinte da un giudice federale per mancanza di prove.