Concessionaria di auto si chiama Negro: censurata da Facebook per razzismo

12 Dic 2018 16:29 - di Valter Delle Donne

L’ultima deriva del politicamente corretto ha colpito un’azienda di Treviso. A denunciare la censura paradossale (con un post su Facebook) è stato il titolare di un’agenzia di pubblicità, Piergiorgio Paladin. «Facebook censura un post sponsorizzato della storica concessionaria trevigiana “Negro” (fondata nel 1952) perchè “contiene volgarità e può offendere le persone”: questa la motivazione con cui l’algoritmo del social network ha bloccato una normale pubblicità che l’agenzia di comunicazione “Ideeuropee” aveva richiesto. Evidentemente i “filtri anti-razzismo” hanno individuato nella parola “Negro” un epiteto discriminatorio». Una censura delirante. A questo punto postare una notizia che riporta riferimenti all’ex calciatore della Lazio, Paolo Negro, comporta un analogo rischio?

Paolo Negro, ex calciatore della Lazio. Facebook censura anche lui?

 

Pagina Fb della concessionaria Negro censurata, il caso dei Mussolini

Gli algoritmi tirannici e strabici di Facebook hanno colpito anche i Mussolini. Recentemente, Caio Giulio Cesare Mussolini, pronipote del Duce, ha raccontato la sua vicenda. Sui Social network ha provato a registrare una pagina pubblica. Il risultato? «Facebook non mi ha permesso di usare il mio cognome come username della pagina che volevo aprire», spiega il manager di Finmeccanica, 50 anni, un passato da ufficiale di Marina. Il figlio di Guido e nipote di Vittorio ha deciso di aprire una pagina personale. «Incredibilmente – ha denunciato – a causa di alcune strane e bizzare regole di Fb, qualcuno ha deciso che non posso avere un nome utente con il mio (vero) nome perché “contiene parole che non sono consentite su fb”. Per loro, il mio cognome non è permesso su internet». Tuttavia, «un cognome come Stalin, o Pol Pot, o Lenin è permesso…».

A Rachele Mussolini Facebook ha bloccato il profilo

 

Qualcosa di simile è accaduta alla consigliera comunale capitolina Rachele Mussolini. «Ho commesso l’imperdonabile errore di ricordare con un post mio nonno Benito in occasione del suo compleanno. Voleva essere soltanto un modo come un altro per dimostrargli il mio affetto e per festeggiare, da nipote, un giorno speciale. Ma Facebook non ha gradito, ha cancellato il mio post e mi ha anche bloccato il profilo». Insomma, si scrive algoritmi si legge “censura”.

Commenti

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  • Giuseppe Tolu 13 Dicembre 2018

    Siamo ormai al ridicolo, e basta dai !!! Censurate pure certe parole, ma nel contesto delle frasi in cui si trovano. Quindi dall’anagrafe bisognerebbe tutti i Mussolinix, i Nerox e così via? Ma va là, va là.
    Con la “X” finale altrimenti sarà censura

    • Giuseppe Tolu 13 Dicembre 2018

      Bisognerebbe “cancellare” volevo dire, e accidenti alla fretta.