Salvini si ricordi delle parole di Abramo Lincoln prima che sia troppo tardi…

19 Dic 2018 14:51 - di Giancarlo Cremonini

Riceviamo da Giancarlo Cremonini e volentieri pubblichiamo:

Caro direttore, facciamo una ipotesi di fantapolitica. All’indomani delle ultime elezioni politiche Forza Italia di Berlusconi prendeva il trenta per cento e il Partito Democratico di Renzi il venti per cento. A quel punto, non essendo possibile creare un governo di centro destra né di centro sinistra, al fine di evitare il ritorno alle urne e garantire la governabilità Berlusconi mollava Salvini e la Meloni e accettava di fare un governo con il Partito Democratico lasciando fuori Lega e Fratelli d’Italia. A quel punto, ci chiediamo, cosa avrebbe detto Salvini di questa operazione? Avrebbe certamente gridato al tradimento dell’allenza del Centrodestra e all’inciucio, avrebbe gridato al trasformismo e alla violazione della volontà delle elettori. E avrebbe avuto ragione. Ma ciò è esattamente quello che ha fatto Salvini alleandosi con i Cinque Stelle e tradendo gli alleati con cui aveva corso alle elezioni politiche. Da più parti si continua a dire, sbagliando, che questo governo è stato eletto dal popolo. Niente di più falso, perché alle elezioni politiche vi erano tre schieramenti tra cui gli elettori potevano scegliere: centrodestra, centrosinistra e 5 Stelle. Nessuno ha mai votato per un governo 5 Stelle Lega e un simile governo non era nemmeno ipotizzato prima delle elezioni visto che i due partiti erano antitetici e si scambiavano quotidianamente attacchi e accuse sanguinose. Il Contratto di governo, che ci viene quotidianamente sbattuto in faccia quasi fossero i Dieci Comandamenti che Mosè portò giù dal Monte Sinai, non è mai stato sottoposto al vaglio degli elettori e, pertanto, non è niente di più di una scrittura privata tra due partiti. Fatto sta, però, che gli elettori della Lega si ritrovano nel contratto misure che loro non hanno votato né approvano, come il reddito di cittadinanza, e lo stesso vale per gli elettori pentastellati che devono mandare giù provvedimenti come il decreto Sicurezza che non erano nel programma dei 5 Stelle. Sebbene tutta questa operazione venga abilmente spacciata dagli interessati per una cosa altamente democratica, va detto chiaramente che il cosiddetto Contratto si configura come una palese violazione della volontà popolare in quanto introdice misure che gli elettori non avevano votato. Gli effetti di questa situazione incominciano a manifestarsi, seppur ancora “narcotizzati” dai successi ottenuti dal governo nel settore della immigrazione. Le partite Iva e gli industriali del Nord che avevano votato Lega certi di avere la Flat Tax e maggiore flessibilità delle assunzioni si ritrovano ora senza Flat Tax, con un aumento delle imposte e con un decreto Dignità che ha ingessato il mercato del lavoro. Le grandi imprese che speravano in una ripresa degli investimenti nel settore delle infrastrutture si ritrovano con due ministri, Di Maio e Toninelli, che sono promotori della “decrescita felice” e che vedono le infrastrure come il fumo agli occhi. E che dire della tassa sulle utilitarie che avrebbe come effetto di uccidere l’indistria automobilistica italiana favorendo le auto elettriche e ibride di importazione? Il malumore cresce ogni giorno di più in quanto ci si rende conto che il Governo sta effettuando un massiccio trasferimento di ricchezza dal Nord al Sud e dai ceti produttivi a quelli parassitari. Al momento, come detto, il fuoco cova ancora sotto la cenere ma la Lega non potrà continuare a lungo a tenere a bada gli scontenti e i disillusi. I successi nella lotta agli sbarchi sono una grande rendita di consenso per Salvini ma non dureranno in eterno anche perché, alla fine, la gente vota sempre con un occhio al portafoglio ed al conto in banca che, purtroppo, da sei mesi a questa parte non fa che scendere causa aumento dello spread e crollo della borsa. Il Presidente Abraham Lincoln una volta disse che “si può mentire ad una parte del paese per tutto il tempo o mentire a tutto il paese per un certo tempo ma che non si può mentire a tutto il paese per tutto il tempo“. Salvini e la Lega dovrebbero fare tesoro di quanto detto da Lincoln perché non potranno continuare a far credere alla borghesia e ai ceti produttivi e imprenditoriali che le misure economiche adottate tipo Reddito di Cittadinanza, Pensione di Cittadinanza, taglio delle cosiddette pensioni d’oro, scontrino elettronico e Stato di Polizia fiscale siano misure che fanno i loro interessi e, soprattutto, non potranno continuare a far credere che il Movimento 5 Stelle, che fa dell’invidia e dell’odio sociale e del giustizialismo di tipo giacobino una bandiera, sia un alleato adatto con cui governare per cinque anni. Tutti gli indici economici e finanziari sono negativi e vi sono buone probabilità che arrivi presto una nuova recessione. Non è certo con politici come Di Maio, Di Battista e Toninelli e con “maitre a penser” come Grillo e Casaleggio che il nostro Paese potrà fare fronte ai giorni difficili che ci aspettano. La speranza è che Salvini lo capisca e agisca di conseguenza, prima che sia troppo tardi.

Commenti

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  • Mario Mastroianni 19 Dicembre 2018

    Aridaje, questi discorsi su una presunta fetta della popolazione “parassitaria” in quanto disoccupata e/o meridionale li ha abbandonati Salvini e dovete riproporli voi di FdI, manco foste novelli Savoia? A noi 5 milioni di poveri (che voi vorreste far morire di fame come i peggiori liberisti) che diamine ce ne può importare di gente iscritta a Confindustria? Ricordatevi che un tempo vi chiamavate Movimento SOCIALE Italiano, con quale faccia osteggiate misure di equità sociale, oltretutto temporanee in quanto finalizzate al reinserimento di giovani nel mondo del lavoro? E poi ricordati, caro Cremonini, che siamo per fortuna tornati al proporzionale, e da che mondo e mondo con questo sistema le alleanze si fanno giustamente DOPO le elezioni. Rassegnatevi: Berlusconi non tornerà mai al potere in Italia e Salvini si mangerà tutto l’ex-centrodestra, prendendo solo ciò che di quella coalizione rimane valido a prescindere dalle etichette d’appartenenza.