Tagli all’editoria, Feltri: “Sono inca…to nero con Salvini, ci tolgono i fondi e li danno all’Anpi”
I tagli all’editoria non solo preoccupano chiunque abbia a cuore il pluralismo dell’informazione ma hanno anche fatto andare su tutte le furie il direttore di Libero Vittorio Feltri: “Deluso da Salvini per l’ok ai tagli 5 Stelle all’editoria? Non sono deluso, sono incazzato nero. Anche lui fa come loro”. Feltri si scaglia contro la decisione del governo gialloverde di sforbiciare i contributi ai giornali. Tagli rivendicati dal Movimento 5 Stelle come uno dei punti cardine del suo programma elettorale.
Feltri: la Rai è assistita, perché non vanno sul mercato anche loro?
“O si va tutti sul mercato – dice il direttore di Libero – o si va tutti a casa: non si possono regalare soldi a chi non lavora togliendoli a chi lavora”. “Se i nostri governanti, e mi riferisco in particolare a Salvini e Di Maio, intendono consegnare tutto alla legge del libero mercato tagliando i contributi ai giornali” e “se noi andiamo sul mercato – rincara il giornalista – non vedo perché non debbano farlo la Rai, gli enti lirici, il teatro, l’Anpi e tutti quegli enti che prendono quattrini come sovvenzione dallo Stato. O si va tutti sul mercato o si va tutti a casa”. La decisione dell’esecutivo è dettata solo da esigenze di revisione della spesa o dietro si cela anche il tentativo di ‘zittire’ il dissenso? “Certo che il sospetto viene – risponde Feltri – ma a me non piace teorizzare sui sospetti”. Alla domanda se si senta deluso da Salvini dopo la scelta del vicepremier leghista di ‘avallare’ i tagli grillini, il giornalista è categorico: “Non sono deluso, sono incazzato nero: vuol dire che anche lui adotta lo stesso piano del M5S”. Feltri cita ancora Viale Mazzini come esempio di sovvenzione statale tollerata dal governo: “Non so perché ci sono 10mila persone in Rai, 5mila delle quali non fanno un cazzo, pagate coi soldi del Tesoro…”.
Feltri accusa il sottosegretario Crimi
Al neo-consulente del sottosegretario all’Editoria Vito Crimi, Pier Luca Santoro, che su Facebook ha postato l’ultimo editoriale di Feltri su Libero, criticando sia il giornalista che la testata per la questione del finanziamento pubblico (“a noi tuona le sue, speriamo, ultime grida”), il direttore replica: “La sua è una dichiarazione di voto… gli sta sul cazzo Feltri, non la situazione in sé”. E non risparmia fendenti al sottosegretario grillino: “Dico solo che Crimi è diminutivo di ‘criminale'”. “Facciano quello che vogliono – rimarca Feltri -, ma non possono impedirmi di dire quello che penso: se si tratta di andare tutti sul mercato sono d’accordo, ma se dobbiamo andare solo noi, ci devono spiegare il perché”, insiste.
Feltri ha ragioni da vendere nel criticare questo governo che sembra sempre di più un governo da “stato di polizia” che mette il naso nelle nostre cose e che comincia una deriva un po’ sinistrorsa nelle scelte economiche e sociali.
P.s. ma l’ANPI che senso ha di esistere?
bravo Feltri. La Lega è caoace solo di tradire gli alleati. conuista potere grazie a noi che di sinistra siamo stanchi.
Il direttore ha perfettamente ragione,mi auguro che il Governo torni sui propri passi e cambi rotta perché l’informazione è sacra e indispensabile e in un grande Paese come l’Italia non può farne a meno .