C’era una volta la Befana Fascista: un esempio di Stato solidale e popolare (video)

5 Gen 2019 17:50 - di Antonio Pannullo

C’era una volta la Befana Fascista: questa istituzione amatissima dagli italiani, e che ancora in certe forme si perpetua così come la pensò il fascismo, fu un vero colpo di genio, non di Mussolini, ma di Augusto Turati, l’allora segretario del Partito Nazionale Fascista. Turati, oltre a essere un politico, era un giornalista, un o sportivo e un dirigente sportivo (tra l’altro fu anche direttore della Stampa di Torino): campione di scherma, fu presidente della Federazione Scherma, del Coni e del Comitato Olimpico Internazionale. Moderato, era tuttavia un fascista della prima ora: dopo la partecipazione alla Grande Guerra come capitano (fu anche decorato) aderì infatti ai Fasci di Combattimento nel 1920 e al Pnf nel 1921. Divenne poi segretario bresciano del Partito, dove si distinse per la lotta a quei latifondisti che non rispettavano le normative fasciste in favore dei contadini. Nel 1926 il Duce lo volle a capo del Partito , anche se non la pensavano in modo uguale su diverse questioni. Nel 1927, a quanto pare, Turati nel corso di un viaggio a Buenos Aires ebbe modo di osservare la Befana organizzata dall’Associazione lavoratori fascisti emigrati in Argentina, e volle riproporre la cosa in Italia. La Befana in quegli anni era un po’ in ribasso, anche se era sempre radicata nell’animo degli italiani. Il fascismo, prendendola in mano e gestendola, ne fece uno egli avvenimenti più importanti e sentiti dell’anno. La cosa funzionava così: tutti i federali sensibilizzavano le imprese, le banche, i privati a donare beni e denaro per la Befana dei più poveri e e soprattutto dei bambini. Le organizzazioni giovanili e femminili fasciste si occupavano dell’aspetto logistico, che si rivelò subito imponente, e il 6 gennaio mattina si teneva nelle locali Case del Fascio la solenne distribuzione di doni ai bambini figli delle classi meno agiate. Le distribuzioni si svolgevano anche per figli di lavoratori di determinate categorie: ferrovieri, postali, metalmeccaninci, minatori, agrari, etc.

Il Msi proseguì la tradizione con la Befana Tricolore

La prima di queste Befane si tenne il 6 gennaio 1928, e da allora non si è più interrotta. Nel 1935 cambiò denominazione in Befana del Duce, nel 1940 divenne Befana del Soldato e con la Repubblica Sociale Italiana tornò alla denominazione originaria Befana Fascista. Milioni di pacchi ogni anno venivano distribuiti ai più piccoli, e dalle foto che ci sono giunte era veramente una festa: giochi di ogni tipo, dai trenini ai soldatini, strumenti musicali, dolciumi, abiti, bambole, carrozzine, cibarie, e chi più ne ha più ne metta. I federali inoltre provvedevano alla consegna riservata di somme di denaro ai capifamiglia più indigenti. E dopo la guerra la tradizione non si interruppe neanche per un anno: tutte le categorie e le imprese avevano apprezzato il grande valore sociale delle Befane, le quali continuarono, come molti ricorderanno: le banche, i ministeri, le imprese più grandi organizzavano per i figli dei loro dipendenti delle spettacolari Befane, in alberghi o aule magne. Ci piace infine ricordare che sin dal 1947 il Movimento Sociale Italiano organizzò le Befane tricolori, solitamente in cinema o hotel, in cui gli esponenti del partito come Turchi, Michelini, Tripodi, Caradonna o Tedeschi distribuivano ai bambini i doni. E spesso questi politici erano essi stessi i finanziatori di tutto. E dopo proseguirono le Befane tricolori con Alleanza nazionale, il Pdl e oggi con Fratelli d’Italia e CasaPound. La Befana Fascista insomma vive ancora: in altre forme, con altri nomi, ma ancora regala felicità ai più piccini, con lo stesso spirito solidale e sociale con cui naque nel 1928.

Commenti

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  • PASQUINO TAIOCCHI 6 Gennaio 2019

    Correva l’anno 1962, ho potuto constatare che normali cittadini ammassavano alla pedana dei VV.UU. della città, dove ero residente, doni di ogni genere: panettoni cesti natalizi, ecc.

  • eddie.adofol 6 Gennaio 2019

    quella éra una befana dove si pensava soltanto agli ITALIANI VERACI oggi invece secondo la sinistra si deve pensare
    alla befana degli stranieri regolari/clandestini/assassini/macellai/cannibali/stupratori ecc.ecc. e, lasciare indietro gli ITALIANI VERACI quelli che pagano le tasse sulle pensioni sui stipendi dove l’ELITE di sx può evadere tranquillamente e il popolo bue deve subire queste prepotenze da questi parassiti di sinistra. PRIMA GLI ITALIANI.