Rigopiano due anni dopo: 25 indagati, 7 accusati di depistaggio
Sono 25 gli indagati nell’inchiesta della procura della Repubblica di Pescara sulla slavina all’hotel Rigopiano di Farindola (Pescara) nella quale, il 18 gennaio 2017, sono morte 29 persone fra ospiti e personale. A fine novembre scorso i carabinieri forestali del Comando provinciale di Pescara, guidati dal tenente colonnello Anna Maria Angelozzi, hanno notificato l’avviso di chiusura delle indagini nei confronti di 24 persone e una società.
Rigopiano: il nuovo filone aperto un mese fa
A questo filone, il mese successivo, si è aggiunto un nuovo fascicolo: in tal caso sono sette gli indagati per frode in processo penale e depistaggio. Nell’inchiesta che vede indagate 24 persone e la società Gran Sasso Resort & Spa, i reati ipotizzati, a vario titolo, vanno dal crollo di costruzioni o altri disastri colposi, all’omicidio e lesioni colpose, all’abuso d’ufficio e al falso ideologico.
Tra gli indagati esponenti istituzionali e politici
Nel mirino degli investigatori rappresentanti istituzionali e numerosi funzionari, dirigenti e tecnici. L’inchiesta coinvolge, tra gli altri, l’ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo, l’ex presidente della Provincia di Pescara Antonio Di Marco ed il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta. L’ex prefetto Provolo è indagato anche nel secondo fascicolo aperto della procura di Pescara per frode in processo penale e depistaggio. L’indagine, condotta dal procuratore capo del Tribunale di Pescara Massimiliano Serpi e dal sostituto procuratore Andrea Papalia, ha portato in questo caso alla notifica di sette nuovi avvisi di garanzia a carico del personale della prefettura di Pescara, Provolo, insieme ad altri funzionari della stessa Prefettura.
La rivelazione del tgr Abruzzo: due telefonate dalle macerie
A due anni dalla strage emergono ulteriori dettagli. Una delle vittime di Rigopiano avrebbe tentato di chiedere aiuto fino a otto ore dopo la valanga, utilizzando un smartphone trovato tra le macerie dell’hotel e appartenente a uno dei sopravvissuti. A rivelarlo è un servizio del Tgr Rai Abruzzo. Il giallo riguarda il telefono di Fabio Salzetta, il manutentore dell’Hotel Rigopiano sopravvissuto alla valanga insieme a Giampiero Parete perché in quel momento fuori dalla struttura. Il suo cellulare, lasciato in hotel, è stato usato da una delle vittime che ha effettuato 4 chiamate. Un ulteriore drammatico dettaglio di quanto tempo sia passato prima che i soccorsi arrivassero sul posto.