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Sicilia, Aerolinee Siciliane tra miraggio e realtà contro il “caro-voli”

Sicilia, Aerolinee Siciliane tra miraggio e realtà contro il “caro-voli”

Politica - di Alberto Cardillo - 10 Gennaio 2019 alle 19:31

Riceviamo da Alberto Cardillo e volentieri pubblichiamo:

Caro direttore,
«Sono stato a Roma a spese mie e quando dovevo anticipare il viaggio di ritorno per raggiungere Catania a seguito del sisma mi è stato detto di pagare 540 euro per il volo Roma-Catania della compagnia italiana: 540 euro sono mezzo stipendio di un impiegato e di un operaio!». Lo sfogo del Presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, ancora una volta apre uno squarcio su uno dei grandi problemi che alimenta l’arretratezza infrastrutturale della Sicilia: il caro-voli. In passato le esperienze di Air Sicilia e soprattutto di Wind Jet, diedero ossigeno ai siciliani che intendevano spostarsi nel resto dell’Italia continentale, poi, qualche anno fa, con il fallimento di Wind Jet è ricominciato quello che per milioni di siciliani è un isolamento di fatto.

Il caro-voli è una violazione

E in effetti, nel 2019 dover pagare oltre 500 euro per un Roma-Catania, oltre che un’ingiustizia morale che palesa la persistenza di due Italie, quella del nord e quella del profondo sud, è di fatto anche una violazione del diritto fondamentale alla mobilità, sancito dalla Costituzione. In questi primi due anni di mandato da Governatore della Sicilia, Nello Musumeci è più volte tornato sulla questione, e la soluzione, tra l’altro fortemente caldeggiata da Fratelli d’Italia con ordini del giorno, proposte di legge e manifestazioni pubbliche, sarebbe il riconoscimento della continuità territoriale. A metà dello scorso anno, la Regione ha inviato al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti le proposte operative da sottoporre alla Commissione europea e lo Stato per stanziare risorse a tale scopo per oltre 31,5 milioni di euro. Ma sino ad oggi nessuna novità da Roma o Bruxelles.
E allora, come uscire dall’isolamento in attesa di sbrogliare la megamatassa burocratica romana ed europea? La soluzione, secondo indiscrezioni giornalistiche fatte filtrare da La Sicilia, sarebbe la nascita di una nuova compagnia tutta siciliana, finanziata interamente da capitali privati, la quale, ambendo a conquistare il 15% del traffico aereo da e per la Sicilia, con tariffe low cost, sarebbe in condizioni di generare utili. Ci sarebbe già il nome: “Aerolinee Siciliane”, un brand non esotico e non proprio accattivante, ma che rende bene l’idee dell’obiettivo. Il progetto, secondo le stime, potrebbe creare 600 posti di lavoro diretti e 800 nell’indotto, mentre l’Hub sarebbe previsto a Comiso, per un totale di circa 60 voli al giorno. Insomma, un’idea affascinante -specie per i più autonomisti- e pratica ma che rischia di scontrarsi con l’insostenibilità delle precedenti esperienze. Intanto tra tante idee e mille proposte, i tanti siciliani reduci dal salasso delle feste appena passate, sperano solo di non dover impiegare nuovamente la tredicesima -chi ce l’ha- per muoversi in aereo per il prossimo Natale…

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di Alberto Cardillo - 10 Gennaio 2019