Antonio Tajani*: Tatarella era un politico sempre pronto all’ascolto e fiero della sua identità

8 Feb 2019 6:00 - di Redazione

Numerosi sono gli aggettivi e gli appellativi usati nel tempo per raccontare Giuseppe Tatarella. Lui stesso amava definirsi “numero uno-bis” di Alleanza Nazionale o ancora “ministro dell’Armonia”. Nel 1994, il quotidiano “Le Monde” gli dedicò un ritratto dal titolo: Tatarella, le renard, ovvero, “la volpe”. “Tessitore”, “ispiratore”, “lungimirante” per il mondo della Politica, Tatarella per gli amici e per la gente, soprattutto della sua Puglia, era semplicemente “Pinuccio”. Un uomo sempre pronto all’ascolto, fiero delle sue origini e della sua identità. Un pugliese, un italiano, un europeo.

Pinuccio Tatarella ci ha lasciati vent’anni fa. Sembra ieri, tanto è presente e vivo oggi il suo insegnamento politico. I principi alla base della sua azione politica sono di estrema attualità. Penso al suo intendere la politica come un servizio, un dedicarsi al bene e all’interesse comune, da rendere con passione, con il popolo e per il popolo. E ancora, al principio di una politica basata sulla sintesi, non l’antitesi, e sul dialogo. Anche e soprattutto con l’avversario, per capirne le ragioni, cercare compromessi, e trovare soluzioni. È questo il filo rosso che percorre lo straordinario percorso politico di Pinuccio Tatarella. Attraverso il dialogo – e l’ascolto – Tatarella ha contribuito in maniera importante alla formazione del centro-destra italiano, preconizzando con il suo “Oltre il Polo” ciò che sarebbe diventato poi il “Popolo della Libertà”. Un passaggio fondamentale, conseguenza di un’altra intuizione di Tatarella, ovvero il bipolarismo e l’approdo al bipartitismo.

Ancor prima della fine del Comunismo e della crisi della partitocrazia, Pinuccio Tatarella aveva già in mente la nascita di Alleanza Nazionale. Lavorava già alla trasformazione della “Fiamma” in una destra moderna, progressista e, soprattutto, capace di partecipare a coalizioni. Una destra di governo. Quella destra che di lì a poco si sarebbe alleata con Forza Italia, condividendo valori, visioni e percorsi politici.

L’unione del centrodestra, il rinnovamento della Destra italiana, il bipolarismo. Quelle che sembravano essere delle missioni impossibili, delle “visioni tatarelliane”, si concretizzarono e trasformarono profondamente il sistema partitico italiano. L’alternan-a, uno dei principi cardine delle democrazie moderne, divenne una realtà, e il centro-destra fu assoluto protagonista di questo cambiamento.

Il messaggio, le idee, ed il metodo di Giuseppe Tatarella sono, oggi più che mai, attuali e indispensabili. Bisogna coltivarne l’insegnamento e la memoria. Per questo ho accolto con favore l’iniziativa del Ministero dei Beni e delle Attività culturali, che ha riconosciuto l’interesse storico dell’archivio di Pinuccio e Salvatore Tatarella. Il 9 febbraio 1999, giorno dopo la scomparsa di Pinuccio Tatarella, “Il Tempo” scrisse che da quell’archivio si sarebbe potuto ricostruire la storia del centro-destra. A vent’anni di distanza, mi auguro si possa iniziare a scrivere il futuro di quella che Pinuccio Tatarella definiva la grande area dei moderati, un’area dove, a suo avviso, si riconosceva la maggioranza degli italiani.

* Presidente del Parlamento Europeo

Testo tratto dal libro “Pinuccio Tatarella – passione e intelligenza al servizio dell’Italia”, edito da “Giubilei Regnani”. Link per l’acquisto del libro: http://www.giubileiregnani.com/libri/pinuccio-tatarella/

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