Caccia in giardino all’ippopotamo di Gianluca Vacchi, ma i carabinieri non lo trovano (video)
Quel video sul profilo Instagram di lui che da da mangiare alcune mele a un ippopotamo, soprannominato Pippo, placidamente parcheggiato fuori dalla portafinestra nel giardino della sua villa di Castenaso nella cintura bolognese, aveva fatto in pochissimo tempo milioni di visualizzazioni. Attirando non solo l’attenzione dei suoi fans ma anche quella dei carabinieri forestali. Che oggi si sono presentati nella villa di Gianluca Vacchi, in via Romitino 1 a Castenaso, per capire da dove fosse arrivato quell’ippopotamo e dove si trovasse ora.
Un blitz prevedibile dopo il clamore suscitato dal video. Rilanciato con grande enfasi dalla trasmissione Rai “Storie italiane”. Ma la caccia all’ippopotamo dei carabinieri forestali è andata a vuoto. Dell’ippopotamo Pippo nessuna traccia nella villa di Gianluca Vacchi.
La storia su Instagram pubblicata da Vacchi il 10 febbraio scorso aveva provocato reazioni avverse. «My friends, if Pippo continues to eat like this i’ll need a bank loan ..but if one apple a day keeps the doctor away I’ll save money there..», aveva scritto l’imprenditore.«Cari amici, se Pippo continua a mangiare così dovrò chiedere un prestito in banca… ma se una mela al giorno leva il medico di torno risparmierò denaro…». E poi il video dell’ippopotamo nutrito a mele dall’eccentrico imprenditore
«@Carabinieri_forestali_evvai_ pensateci voi!!», aveva invocato Michele Rinaldi su Instagram.
E i carabinieri forestali si sono effettivamente presentati stamattina nella villa di Castelnaso inviati dalla locale Procura. Ma non hanno trovato nulla. Certo il giardino di casa Vacchi è immenso. Ma anche un ippopotamo non è poi così piccolo da sfuggire alle ricerche dei carabinieri forestali. Non è certo come cercare un ago in un pagliaio.
E’ stato poi lo stesso Vacchi a spiegare che l’ippopotamo è rimasto nel suo giardino il tempo di girare il video che ha totalizzato cinque milioni di visualizzazioni e oltre 10mila commenti.
I carabinieri specializzati nella tutela di animali e piante protette dovranno chiarire da dove provenisse esattamente l’ippopotamo. E se, per la Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione, si possano profilare sanzioni amministrative o penali per la sua presenza in un’abitazione.