“Caramella Buona”, Mirabile elogia il Papa: «Contro la pedofilia un segnale forte. Vigili su chi gli sta intorno»
«Il segnale di Papa Francesco per contrastare la pedofilia all’interno della Chiesa è molto forte. Lo appoggiamo in toto». Roberto Mirabile, presidente fondatore della Caramella Buona, organizzazione no profit fondata nel 1997 che opera a tutela dei minori e delle donne, parla del summit che si è aperto in Vaticano per volontà del Papa al fine di arginare la piaga della pedofilia. «Come cittadini, credenti e operatori della Caramella Buona – spiega Mirabile – non possiamo che sostenere Papa Francesco in quest’operazione di pulizia. Con la nostra organizzazione ci occupiamo da ventidue anni di questo terribile reato commesso anche da sacerdoti. Abbiamo contribuito a far arrestare e condannare dal tribunale ecclesiastico e dalla giustizia italiana importanti sacerdoti. Spero, dunque, che l’operazione del Papa possa andare fino in fondo in maniera incisiva, soprattutto per il problema della pedofilia clericale in Italia».
Lei ci tiene a specificare in Italia…
Parlare del problema della pedofilia dei sacerdoti nel mondo è una cosa, parlare di pedofilia all’interno della chiesa in Italia è tutt’altra cosa. È molto, molto più difficile. Tant’è vero che Papa Francesco riceve sempre i cardinali e vescovi stranieri. Quelli italiani, a parte due o tre, scarseggiano. In Italia il problema è veramente enorme.
Perché c’è questa difficoltà ad affrontarlo?
Perché siamo in Italia. Perché c’è il Vaticano e noi abbiamo un rapporto millenario con l’istituzione chiesa. E, poi, perché abbiamo per nostra natura una forma di ipocrisia e di omertà un po’ eccesiva che non ci permette di scoprire le magagne e di portare alla luce questo problema che c’è all’interno della Chiesa. Conosco sacerdoti a qualsiasi livello, dal semplice prete ai vescovi, che a quattr’occhi confessano che ancora oggi per loro è più grave il fatto che un divorziato riceva la comunione piuttosto che abusare di un bambino. È la mentalità che va cambiata.
Un primo passo però si sta facendo…
Assolutamente sì. Ma è solo l’inizio. Con Papa Francesco la volontà c’è, ma è logico che ci vorrà del tempo per poter agire concretamente a tutti i livelli per prevenire questo fenomeno non solo all’interno della Chiesa, ma anche nei seminari e nella selezione dei futuri sacerdoti.
Quindi come bisognerà intervenire?
È innanzitutto importante che il Papa e chi gli gira intorno capiscano che la Chiesa da sola non potrà risolvere questa piaga. È un problema di mentalità incardinata da sempre, per cui devono aprirsi a collaborazioni esterne con professionisti preparati e obiettivi.
In America c’è stata una forte speculazione…
In America tante persone e tanti studi legali si sono arricchiti con i risarcimenti chiesti alle diocesi. Noi non siamo così. Le vittime di sacerdoti che abbiamo fatto condannare più che al risarcimento sarebbero interessate a una carezza del Papa. Lo abbiamo chiesto a Papa Francesco con una lettera a firma dell’avvocato Monica Nassisi. Purtroppo questa raccomandata non gli è stata recapitata. In questa lettera non chiedevamo un risarcimento per un sacerdote che era stato condannato, ma avevamo espresso il desiderio che le vittime venissero abbracciate dal Papa.
“Caramella Buona” ha avuto ed ha un ruolo importante nella lotta alla pedofilia…
Da oltre vent’anni siamo specializzati in questo settore e siamo stati protagonisti dei più importanti processi italiani a carico di sacerdoti. Uno è quello contro il famoso Ruggero Conti, di Selva Candida a Roma: siamo riusciti a farlo condannare ad oltre quattordici anni di carcere. E poi, siamo stati protagonisti di un altro processo, quello contro monsignor Carlo Chiarenza, di Acireale accusato di pedofilia. Chiarenza è stato condannato dalla giustizia vaticana. Nei giorni scorsi poi abbiamo ottenuto dal tribunale di Frosinone, dopo quattro anni di processo, una condanna nei confronti di una maestro pedofilo che aveva abusato di un suo alunno: è stato condannato a quattro anni di carcere. Attualmente abbiamo ottenuto sentenze di condanna per 180 anni di detenzione più un ergastolo.
In quale caso avete ottenuto l’ergastolo?
L’ergastolo, confermato anche in Cassazione, riguarda il caso di Fortuna Loffredo, la bambina abusata e scaraventata dal terrazzo del condominio di Caivano a Napoli.
Se avesse l’opportunità di parlare con il Papa che cosa gli direbbe?
Se umilmente potessi dargli un consiglio gli direi: “Stai molto attento a chi ti metti intorno”.