Dopo Nello, Marco. Tra una settimana anche l’Abruzzo svolterà a destra
La destra italiana torna. Con responsabilità sempre maggiori.
Tutto lascia pensare che dalla prossima settimana l’Abruzzo avrà un presidente di questa parte del campo, come Marco Marsilio, candidato combattivo inseguito a fatica da grillini e sinistre.
Se accadrà, Marsilio – eletto a nome della coalizione – sarà il primo presidente di regione con in tasca la tessera di Fratelli d’Italia. E Giorgia Meloni avrà fatto bene ad investire su questa sfida.
Starà a Marco presidiare e governare un’istituzione importante seguendo la strada già tracciata – in una fase politica diversa rispetto a quella che vide la nascita del Pdl – da un altro grande uomo di destra in Sicilia, Nello Musumeci, che pure ha un proprio movimento autonomista. Ma la storia di origine quella è e tutti ne siamo fieri.
Questa è la settimana decisiva – si vota domenica prossima – e il paradosso è rappresentato da una sinistra sparita, che boccheggia, che cancella ogni ricordo di sé.
Non solo il loro candidato Legnini ha fatto rimuovere il simbolo del Pd, ma nessuno rimpiange gli ultimi cinque anni a guida D’Alfonso. Il presidente Ufo, marziano, spaziale, se n’è andato a Roma e nei comizi di lui parlano solo il Centrodestra e i grillini. La sinistra l’ha rimosso.
Marsilio – come Musumeci nelle regionali siciliani – ha di fronte a se’ i Cinquestelle; dalla sua ha un’enorme voglia di riscatto del popolo abruzzese e non bastano più le sparate pentastellate per affascinare gli elettori. L’Abruzzo è una terra nobile che non compri con il reddito di cittadinanza. Fateci lavorare, non vogliamo elemosine, dicono semplicemente le persone che hanno meno.
Ricucire l’Abruzzo con tanti costretti ad emigrare: questa è la scommessa del campione del Centrodestra. In fondo anche la storia della sua famiglia è di emigrazione; lo fu anche quella di Teodoro Buontempo, che era di queste parti e dovette andarsene a Roma.
Anche per questo si tocca con mano la delusione verso politiche di governo che non colgono il dovere dello sviluppo rispetto a politiche di mero assistenzialismo.
Sta a Marsilio indirizzare la regione verso cinque anni di benessere. Ci sono le idee e soprattutto la determinazione di un candidato che non si ferma di fronte ad alcun ostacolo: per quello è assolutamente coerente il parallelismo con la campagna vincente di Musumeci in Sicilia.
Inguaribili sognatori come siamo, sarebbe bello vederli assieme da lunedì prossimo, a guidare la riscossa del Mezzogiorno d’Italia dopo troppi anni di mala politica.
Del resto, se i Cinquestelle in questi anni sono cresciuti – anche se ora l’opinione pubblica pare visibilmente stanca di loro – è perché è mancata proprio una destra seria, all’altezza della sfida, dopo la sciagurata diaspora seguita alle scelte incomprensibili di Fini.
C’è bisogno di buona amministrazione; c’è il dovere della buona politica. Che si manifesta con leggi serie, delibere accorte e esempi di moralità indiscutibile.
Dopo Nello, Marco. Proprio qui si gioca la scommessa da offrire agli elettori italiani per una Patria che ha tutto il diritto di essere messa in sicurezza da una politica che offra finalmente più risposte e meno slogan.
Francesco hai qualche riferimento personale per le elezioni in Abruzzo? Perché ho parecchi famigliari e conoscenti a Teramo
Marco Marsilio, ovviamente, potrà farti avere tutti i dettagli con il suo staff