Giuseppe Parlato*: L’archivio di Tatarella, un bene da mettere a disposizione degli studiosi
Giuseppe Tatarella ha rappresentato nella storia della destra italiana una linea ben precisa; se la fantasia e l’irrequietezza del personaggio, la sua incontenibile personalità hanno conferito a “Pinuccio” una immagine del guascone, tutto istinto e nessuna riflessione, credo che uno degli scopi della Fondazione sia quello di rendergli un’immagine più reale e anche più articolata. Per fare questo, credo che lo strumento principe siano le carte dell’archivio che con molto profitto potrebbero essere messe a disposizione degli studiosi.
Non basta l’origine meridionale per inquadrare la posizione di Tatarella a livello politico. Occorre ricorrere all’origine di Cerignola per comprendere esattamente la formazione del suo pensiero. Cerignola è un Sud che ha caratteristiche politiche settentrionali, di quel Settentrione che costituiva il serbatoio di voti del Partito Comunista. Ma Cerignola non aveva le fabbriche di Sesto San Giovanni: aveva i braccianti, aveva avuto le lotte contadine, aveva avuto Giuseppe Di Vittorio, e tutto questo rendeva quel pezzo di Puglia meno gradevole alla destra rispetto ad altre parti della regione o alle altre regioni meridionali.
Tatarella si dovette formare in un ambiente molto difficile: non era la Resistenza il problema, ma era la facile identificazione della destra con il latifondismo, con gli agrari, con il caporalato; e non bastava ricordare che era stato il fascismo a realizzare l’assalto al latifondo. Né che, nel bel mezzo della guerra, il fascismo non aveva trovato di meglio da fare che spezzettare e dare ai contadini il latifondo siciliano.
Tutto questo Tatarella lo sapeva, ma non bastava. Occorreva un lavoro attento (che a lui veniva spontaneamente) per cercare di ricostruire una legittimazione politica e sociale. Il sistema politico della prima Repubblica si fondava su due “esclusioni”: quella verso il Partito comunista era un delegittimazione da guerra fredda e quella verso il MSI era una delegittimazione da Resistenza e da Costituzione. Rispetto a questo quadro, la guerra fredda aveva creato alcune situazioni che avevano finito con l’aiutare il MSI. Michelini aveva capito fin dall’inizio che la DC non avrebbe più avuto i voti del ’48. Pertanto volle impostare una linea strategica per uscire dalla delegittimazione. Puntò al voto cattolico, fece le alleanze con i monarchici, puntò all’Italia moderata. In sostanza Michelini riuscì a ribaltare l’alternativa tra fascismo e antifascismo in quella tra comunismo e anticomunismo.
Tatarella si formò in questa ottica e questo modello lo conservò sempre, mettendoci tutta la sua fantasia e il suo incredibile attivismo. Tentare la legittimazione significava aprire un discorso di centrodestra e non sviluppare quella droga che per la destra è stata il nostalgismo. La strada scelta da Michelini fu molto stretta e lo si vide nel 1960 a Genova. Ma era l’unica scelta politica possibile. Tatarella comprese questo metodo e lo applicò con intelligenza. Lo scopo era quello di creare una destra moderna sensibile alla problematica sociale.
In questa ottica andrebbe approfondito il rapporto giovanile con l’aspetto religioso. Ma non soltanto quello devozionale con Padre Pio, quanto piuttosto la collaborazione a una rivista come “Carattere”, diretta da Primo Siena e Gaetano Rasi.
In Tatarella rifuggire dall’astrattezza era tanto importante quanto abbandonare la comoda rendita del nostalgismo. Quindi, la scelta di seguire la concretezza per fare politica e per cercare di parlare a quel vasto mondo moderato e anticomunista ormai privo di riferimenti politici è stata il punto di riferimento costante della sua vita.
Ma si trattò di una scelta a lungo meditata e frutto di una riflessione che partendo dalla cultura giungeva alla vita politica. Un percorso questo che i giovani che scoprono di avere interesse per la politica non dovrebbero mai perdere di vista.
* Storico, Presidente Fondazione Spirito De Felice
Testo tratto dal libro “Pinuccio Tatarella – passione e intelligenza al servizio dell’Italia”, edito da “Giubilei Regnani”. Link per l’acquisto del libro: http://www.giubileiregnani.com/libri/pinuccio-tatarella/