Le gemelle Sue Ellen e Pamela ci ricascano: ai domiciliari per furto aggravato (video)

9 Feb 2019 17:14 - di Redazione

Le gemelle Sue Ellen e Pamela del film Come un gatto in tangenziale ci sono ricascate: esattamente come i personaggi del film di Riccardo Milani, sono state nuovamente “beccate” a rubare in un negozio. E stavolta, con l’accusa di furto aggravato, sono scattati anche gli arresti domiciliari. Le gemelle 39enni erano state già denunciate la scorsa estate per un furto in una profumeria di Roma, questa volta il bottino erano vestiti per un valore di 5mila euro.

Le gemelle incastrate dai filmati di videosorveglianza

A eseguire l’ordinanza cautelare, emessa dal Gip del Tribunale di Roma, sono stati i carabinieri della stazione Eur, quartiere nel quale si è verificato il taccheggio. Le indagini, infatti, partono dal furto commesso il 13 dicembre del 2018 in un noto negozio del quartiere Eur. Le donne, dopo aver distratto la commessa, hanno rubato vari capi di vestiario prendendoli dagli scaffali e dai cassetti e nascondendoli sotto la gonna. Le due sorelle sono riuscite così, nel giro di pochi minuti, ad impossessarsi di 18 articoli di maglieria per un valore di 4.790 euro. I filmati del sistema di videosorveglianza, però, hanno consentito di riconoscerle e identificarle facilmente.

Lo psichiatra: «Non confondere taccheggio e cleptomania»

In Come un gatto in Tangenziale le gemelle chiamavano il loro “vizietto” shopping compulsivo, ma per lo psichiatra Massimo Di Giannantonio è bene non confondere «vere e proprie piscopatologie come la cleptomania e lo shopping compulsivo con il furto». «Tra l’altro sia cleptomania che shopping compulsivo sono in aumento in Italia, anche a causa della maggiore insicurezza e della paura del futuro. E le donne sono più colpite», ha chiarito il medico, sentito dall’agenzia di stampa Adnkronos. «La cleptomania è una psicopatologia che rientra nei disturbi di personalità. È una vera e propria malattia, che ha origine nell’infanzia. Il paziente in questo modo compensa un bisogno: deve riempire un buco interno, che ha inciso sul suo neurosviluppo», ha chiarito Di Giannantonio, sottolineando che «così cerca stimoli e sensazioni che riempiano la sua sofferenza. Insieme allo shopping compulsivo è una patologia da addiction comportamentale». Insomma, l’ebbrezza di un acquisto – con o senza strisciare la carta di credito – alimenta una sorta di dipendenza. «Nel caso del taccheggio siamo invece nel campo della criminalità: chi lo pratica è nel pieno possesso delle sue facoltà, le sue condizioni psichiche sono pienamente funzionanti e si è capaci di scegliere fra il bene e il male», ha quindi puntualizzato lo psichiatra, spiegando che le donne sono più colpite da cleptomania e shopping compulsivo perché «si tratta di un modo compensatorio che permette di trovare nella sicurezza del possesso una fonte di rassicurazione».

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