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Pace fiscale e rottamazione, ma il contribuente resta solo

Pace fiscale e rottamazione, ma il contribuente resta solo

Economia - di Andrea Migliavacca - 24 Febbraio 2019 - AGGIORNATO 24 Febbraio 2019 alle 13:18

Pace fiscale e rottamazione; se n’è sentito parlare, si sono letti saggi, articoli e monografie; sono stati affrontati convegni e seminari, soprattutto dedicati agli addetti ai lavori, ma al contribuente, quello indebitato, sono state offerte le necessarie indicazioni? Forse no.

Alcuni cittadini hanno ricevuto una laconica comunicazione con cui l’Esattore ha loro suggerito di porre rimedio alla pendente situazione di indebitamento con l’Erario; altri, magari, indotti a saldare le proprie pendenze, si sono portati presso i rinnovati locali dell’Agenzia delle Entrate Riscossione (un tempo Equitalia), ricevendo, dopo l’usuale estenuante attesa, un tabulato, con numeri, da un lato, e somme, dall’altro: il cd. estratto dei ruoli. Numeri che, con i loro codici identificativi, nascondono quei temibili atti della riscossione: cartelle di pagamento, avvisi di addebito o intimazioni di pagamento, spesso dimenticati (o altrettanto spesso, mai ricevuti, per i noti problemi della notifica cd. diretta). Le prime, di solito, contengono vari tipi di imposte (talvolta anche tributi previdenziali), i secondi, solo contributi previdenziali, gli ultimi,tutto, e di solito sono i più temibili, perché – interrompendo la prescrizione – racchiudono (e ricordano che lo Stato non dimentica) tutti i debiti pregressi.

Con la pace fiscale, dunque, al contribuente che riceve, o richiede, la sua situazione debitoria (non tutti i possono beneficiarne e, specularmente non tutti i tributi sono “pacificabili”), viene anche offerto il prospetto del dovuto con accanto l’elenco di quanto potrebbe risparmiare, se optasse per una tale soluzione. Per adoperare questo strumento (la pace fiscale) occorre, però, che si dimostri di versare in una situazione economica precaria, producendo il noto certificato ISE. Per semplicità si ricorda che sono previste tre ipotesi: il contribuente che avesse un indice fino ad €. 8.500,00=, potrebbe definire il suo debito, pagando il 16% di quanto dovuto; il 20%, lo dovrà chi ha un reddito tra €. 8.500,00= e €. 12.500,00=, mentre il 35%, per chi l’avesse tra i €. 12.500,00= ed i €. 20.000,00=.

Alla rottamazione, invece, possono aderire tutti.

Fin qui nulla di nuovo rispetto a ciò che si è letto, ascoltato o scritto. Vi sono, tuttavia, alcuni aspetti sui quali, la politica e la Pubblica Amministrazione, invece, dovrebbero fare una riflessione. Anzitutto, l’obbligo di informazione, che l’Esattore, come qualunque ente pubblico, deve (o dovrebbe) offrire in modo completo ed esaustivo; che sia possibilmente comprensibile ai più, con termini chiari ed inequivocabili (e i documenti che accompagnano gli estratti dei ruoli non si può dire che lo siano). L’Esattore, poi, dovrebbe anche ricordare come anche i crediti dello Stato sono soggetti a prescrizione e che in assenza di atti interruttivi (raccomandate, intimazioni di pagamento, notificati per raccomandata o via pec), non possono più essere esatti.

Ebbene, capita con una certa frequenza di vedere riportati negli estratti dei ruoli, cartelle od avvisi di addebito, se non addirittura nelle intimazioni di pagamento (che con la pace fiscale, l’ADER, s’è affrettata a notificare) oramai prescritti. In particolare, per i contributi previdenziali, rispetto ai quali, la suprema Corte di Cassazione a Sezioni Unite, con la sentenza n. 23.397/2016 (ma ce ne sono anche più recenti), ha chiarito – si riteneva, definitivamente – che si prescrivono in cinque anni, anche se portati da una cartella esattoriale.

Il principio, tuttavia, non viene recepito né dall’INPS, né dall’Agenzia delle Entrate riscossione, che ancora oggi, anchein giudizio, insistono nel ritenere che le cartelle di pagamento contenenti tributi previdenziali si prescrivano in dieci anni.

L’inerzia, da un lato, e la pervicacia, dall’altro, potrebbero vanificare una misura salvifica, com’è, per molti la pace fiscale; in ogni caso, denunciano una mancanza di dialogo tra gli organi dello Stato e tutto si traduce nella solita inefficienza, con minori entrate e maggiori costi.

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Ci sono 2 commenti

  1. Damiano MARINO MERLO ha detto:

    per favore segnalatemi gli articoli di legge relativi a pace fiscale, rottamazione, ecc. se ho capito nella ridda di commenti, interpretazioni, ecc., con la pace fiscale si estingue il debito al 16%, 20%, 35%, in funzione del reddito ISEE; alla rottamazione possono aderir tutti.
    In entrambi i casi occorre “attivarsi”? entro quale termine?
    grazie, D.M.M., Bagni di Lucca, cell.3442740947 – tel. 058386195

    1. Francesco Storace ha detto:

      Appena trovo Aulin ti rispondo…

di Andrea Migliavacca - 24 Febbraio 2019