Pastori sardi a Montecitorio, Confintesa: vergogna, 1 lt di latte pagato 9 centesimi più del televoto per Sanremo
Accompagnati simbolicamente da 3 pecore, gli agricoltori pugliesi e i pastori sardi hanno portato la loro protesta, montata negli ultimi giorni, a Montecitorio. Davanti al Parlamento sono centinaia i lavoratori dei comparti oleario e caseario che si sono mobilitati per “salvare il Made in Italy” da calamità come la xylella e il gelo che, secondo Coldiretti, hanno fatto perdere, soltanto nell’ultimo anno, 100.000 posti di lavoro nella filiera dell’olio extravergine di oliva per un danno al settore che ha raggiunto 1,2 miliardi di euro.
La protesta dei pastori sardi a Montecitorio. Coldiretti: «Costretti a lavorare in perdita»
«Servono interventi mirati – ha detto il presidente di Coldiretti Ettore Prandini – perché riparta l’economia olearia. E un coordinamento istituzionale tra il livello regionale e quello nazionale. È necessario difendere il prodotto italiano dalle frodi dell’olio proveniente dai mercati esteri – ha quindi aggiunto – promuovendo una maggiore trasparenza dell’etichettatura». Quindi, il presidente di Coldiretti ha affrontato direttamente la questione del latte sardo, «pagato 60 centesimi al litro, ben al di sotto dei costi di produzione sostenuti dai lavoratori, costretti così a lavorare in perdita: è necessario – ha sottolineato Prandini a stretto giro – arrivare a pagare il latte ovino e caprino almeno un euro al litro, se si vuole mantenere uno standard qualitativo elevato e coprire il costo degli investimenti degli allevatori». Poi, l’atteso annuncio: secondo quanto riferito in piazza dal segretario generale di Coldiretti Vincenzo Gesmundo, una delegazione di pastori sardi e olivicoltori pugliesi, guidata dal presidente Prandini, sarà ricevuta dal vicepremier Matteo Salvini.
La protesta dei pastori sardi, Confintesa: 1 lt di latte pagato 9 centesimi più del televoto
«La protesta dei pastori sardi che hanno sversato per strada negli ultimi giorni circa un milione di litri di latte e minacciano di bloccare i seggi elettorali, aeroporti e porti, caselli autostradali, impone al Governo un impegno preciso per impedire che gli allevatori sardi per produrre un litro di latte, debbano lavorare rimettendoci anche dei soldi», ha dichiarato in questa giornata di protesta a Montecitorio anche Francesco Prudenzano, segretario generale di Confintesa in merito al dilagarsi della protesta degli allevatori e dei pastori sardi che si sono mobilitati per arginare l’invasione di latte straniero nel nostro Paese, un’invasione che penalizza i produttori di latte italiano. «Purtroppo questo è il risultato di una mancata politica nazionale agricola che favorisce i mercati stranieri che hanno un costo di produzione più basso, incrementando la logica del profitto a scapito della qualità dei prodotti locali. Pagare 60 centesimi un litro di latte – ha sottolineato quindi Prudenzano – che costa al produttore 74 centesimi, vuol dire far fallire tutta una filiera e mettere a rischio circa 12.000 allevamenti solo in Sardegna». E per questo, ribadisce preoccupata Confintesa attraverso le parole ironiche del segretario generale Prudenzano, «non basta la visita pastorale, o meglio pastorizia, del Presidente Conte in Sardegna, con frasi di circostanza e promesse d’intervento, non servono parole, servono fatti. Non è pensabile – ha poi concluso Prudenzano – che un televoto, peraltro inutile, al festival di Sanremo costi al contribuente 51 centesimi, quando si paga al pastore sardo un litro di latte 9 centesimi di più di un televoto. Chissà se il presidente Conte, nella sua visita, non abbia proposto ai pastori di trasformare le stalle in call center, magari per Sanremo. Guadagnerebbero di più»…