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Pomicino, la battuta feroce di Di Maio: chiedetegli quanto prende dal 1 gennaio 2019

Pomicino, la battuta feroce di Di Maio: chiedetegli quanto prende dal 1 gennaio 2019

Politica - di Redazione - 2 Febbraio 2019 - AGGIORNATO 2 Febbraio 2019 alle 13:30

Infierire sul nemico vinto, anche se è un ex Dc, anche se si chiama Paolo Cirino Pomicino, non è cosa onorevole. Ma non avendo altri meriti da vantare, il viceministro Luigi Di Maio che sostiene di avere sconfitto la povertà, cerca di ringalluzzire la base rispolverando un antico fiore all’occhiello del Movimento: il taglio dei vitalizi. E lo fa in piazza a Penne, in Abruzzo, rispondendo alla domanda di una persona.

“Chiamate Cirino Pomicino – ha risposto Di Maio – e chiedetegli dal primo gennaio quanto sta prendendo, gli abbiamo lasciato solo quello che ha versato, non prende più il vitalizio”. Un’uscita di dubbio gusto, visto che il vitalizio di Cirino Pomicino non era certo uno “stipendio d’oro”. Circa 4500 euro, ridotte ora a circa 2500.

Ma il fatto è che Pomicino è stato uno dei più agguerriti avversari del taglio dei vitalizi, sostenendo che “Il vitalizio non è una pensione. Ma quando fu introdotto negli anni Sessanta, i padri costituenti erano viventi e compresero che la libertà dei legislatori doveva essere garantita anche sul piano economico nel presente e nel futuro, senza arricchimenti ma con la dignità pari alla funzione svolta“. Tuttavia Pomicino non è tra i parlamentari che hanno fatto ricorso contro la delibera del presidente Fico che inserisce il ricalcolo degli assegni percepiti da tutti i parlamentari col metodo contributivo. La decurtazione riguarda 1338 ex parlamentari.

 

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di Redazione - 2 Febbraio 2019