
Rampelli: «Revocare la cittadinanza svizzera a Lojacono che uccise Mantakas»
A 44 anni di distanza dall’omicidio dello studente greco Mikis Mantakas assassinato con un colpo di calibro 38 sparatogli in fronte dal terrorista rosso Alvaro Lojacono, il deputato di Fratelli d’Italia e vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli chiede che «nel giorno in cui ricorre l’anniversario della morte del giovane militante del Fuan» il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, si attivi per avviare la richiesta di revoca della cittadinanza, presso lo Stato svizzero, del killer «affinché si possa procedere con l’istanza di estradizione».
«Oggi ricorre l’anniversario dell’assassinio di Mikis Mantakas, ucciso il 28 febbraio 1975 davanti alla sezione del Msi di via Ottaviano», ricorda Rampelli che rammenta come Lojacono fu ritenuto colpevole dell’omicidio.
«Del resto – rammenta il vicepresidente della Camera – La revoca della cittadinanza svizzera – come prevede l’articolo 48 – è concepibile in presenza di una condanna per crimini di guerra o di un terrorista. Come per il caso Battisti – aggiunge Rampelli – è giusto che anche Lojacono torni in Italia a scontare la sua pena, che lo vede peraltro anche condannato all’ergastolo per la strage di via Fani. Presenteremo una interrogazione sulla vicenda – annuncia il parlamentare di Fdi – Gli anni di piombo chiedono giustizia e verità».
L’articolo 48 della legge sulla cittadinanza – divenuto ora l’articolo 42 della nuova legge sulla cittadinanza – prevede la possibilità di revocare la cittadinanza svizzera, la cittadinanza cantonale e l’attinenza comunale a una persona che possiede anche un’altra cittadinanza, se la sua condotta è di grave pregiudizio agli interessi o alla buona reputazione della Svizzera. Tuttavia, la revoca della cittadinanza svizzera è concepibile solo in casi estremamente gravi, come ad esempio in presenza di una condanna per crimini di guerra o di un terrorista.
Quel 28 febbraio del 1975 Mikis Mantakas che aveva appena 23 anni si trovava all’interno della sezione Msi di via Ottaviano quando un corteo antifascista partito da Primavalle assaltò prima il Tribunale di Roma, dove era in corso il processo ad Achille Lollo, uno degli assassini dei fratelli Mattei bruciati vivi da un commando di Potere Operaio, e, poi, la sede del Msi di Prati.
Mantakas, bloccato all’interno della sezione dall’assalto degli antifascisti, venne fatto uscire dal palazzo dalla portiera, attraverso un’ingresso secondario. Ma, una volta svoltato l’angolo del palazzo si trovò di fronte Lojacono che gli sparò in faccia. Mikis Mantakas morirà dopo due ore di agonia. Lojacono, riuscirà a darsi alla latitanza supportato dai soliti intellettuali radical chic così come il suo complice Panzieri. Grazie alla madre svizzera è riuscito ad ottenere la cittadinanza elvetica.