Reddito di cittadinanza, così i grillini lo moltiplicheranno per gli immigrati
C’hanno la fissazione, c’hanno.
Sono i grillini, che quando indossano l’abito del dissidente – ricordano gli antichi indipendenti di sinistra – puntano a fare seri danni. Diciamolo, sono specialisti nella vocazione a distruggere.
Una delle più celebri vocate a mettere in discussione tutto, si chiama Paola Nugnes, una intrattabile senatrice del Movimento 5 Stelle. Appena sente parlare di immigrati intona a mo’ di Mario Merola “torna, ‘sta casa aspetta a te”. Ormai non passa giorno senza che non avverta il dovere di pensare a tutti tranne che agli italiani. Infatuata com’è dei clandestini di tutto il mondo, nostra signora del dissenso si esibisce anche nel decretone che raggruppa il reddito di cittadinanza e quota 100. Non sia mai si debbano scordare di lei…
Il provvedimento in questione sta in commissione lavoro, la Nugnes l’ha scartabellato e al momento giusto ha piazzato il suo colpaccio, tanto per far inquietare un bel po’ di nostri connazionali.
Reddito e pensione di cittadinanza – ha scritto in un emendamento che ovviamente ha pensato bene di depositare – devono finire anche nelle tasche degli immigrati residenti da solo due anni in Italia e a quelli titolari di un permesso per asilo politico o protezione sussidiaria.
Non poteva mancare tanto di motivazione allegata alla norma, in cui si sottolinea come il requisito della residenza decennale sia “incostituzionale e contrario al diritto sovranazionale” mentre quello che esclude i titolari di asilo politico sia contrario alle disposizioni Ue. E ti pareva che si faceva trovare impreparata per la ghiotta occasione.
Ovviamente la sinistra cavalcherà l’emendamento per incunearsi nella maggioranza, che sul tema sta dando vita di divisioni niente male.
Certo è che se dovesse passare una cosa del genere i gialloverdi dovrebbero nascondersi: perché è quello che hanno negato finora. Magari qualcuno potrebbe pensare che questa Nugnes sia tutt’altro che dissidente, ma semplicemente l’esecutrice della volontà dell’anima grillina, sempre più rossa.